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Il fortunatissimo Inside Out, ultimo film della Pixar, ci offre un colorato spaccato della vita della piccola Riley, una vita governata da 5 emozioni: Gioia, Rabbia, Tristezza, Disgusto e Paura.

Solo cinque sentimenti che però sono comunque in grado di creare un vasto spettro di reazioni e di delineare diverse situazioni. Riley è una bambina che fa ancora fatica a gestire i propri rivolgimenti interiori e lo stesso regista Pete Docter, dice di aver selezionato solo 5 emozioni per evitare di affollare eccessivamente la “stanza dei comandi” di Riley.

D’altra parte anche gli psicologi ritengono che le emozioni fondamentali siano poche e forse proprio solo cinque quelle presenti fin dalla nascita, utili per regolare i legami affettivi primari. Le altre emozioni “complesse” come la vergogna, la gelosia, l’invidia, il disprezzo, l’amore, si strutturerebbero solo in un secondo tempo in quanto evoluzione e combinazione di più emozioni fondamentali.

Ma la Pixar in un primo momento pensava di lasciare spazio anche ad alcune di queste emozioni più elaborate e i disegnatori avevano già dato spazio alla fantasia elaborando alcuni bozzetti di emozioni poi scartate: Amore, Malinconia, Invidia, Avarizia, Colpa, Fastidio, Vergogna e Imbarazzo, Speranza.

Il regista ha quindi dovuto fare delle scelte e tagliare fuori alcuni di questi “personaggi”, ma noi non dobbiamo mai dimenticare che tutte le nostre emozioni strutturano i nostri rapporti con gli altri, tutte ci guidano nella percezione del mondo che ci circonda, tutte delineano la nostra identità, e tutte meritano di essere vissute. Per dare pieno significato alla nostra vita non dobbiamo escluderne nessuna.

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