Quattro mesi fa, quando la Award Season era appena un puntino all’orizzonte, la corsa al miglior film sembrava più aperta che mai. Da Telluride a Toronto passando per Venenzia, tutti i principali contenders cominciavano a mettersi in mostra, ma tra critici ed esperti il colpo di fulmine non c’era ancora stato. Poi, a dicembre, i premi della critica, seguiti dai Golden Globes, hanno di fatto anticipato quello che le nomination degli Oscar e i premi delle corporazioni avrebbero confermato di lì a poco, ovvero il testa a testa tra Birdman, la scabrosa satira dello show-business firmata da Alejandro González Iñárritu, e Boyhood, storia di formazione low-budget girata in 12 anni da Richard Linklater. E su questi due singolari film che si concentrano tutti i pronostici degli Oscar 2015 per la categoria Miglior Film. A pochi giorni dalla premiazione i giochi sono ancora aperti e non c’è certezza su chi alla fine si porterà a casa la statuetta. Se Boyhood continua ad essere il favorito, Birdman nelle ultime settimane ha guadagnato terreno sull’avversario. Tra i due front-runner come sempre ci sono altri film che potrebbero tentare il colpaccio. Il nostro istinto ci dice Boyhood, ma per avere una visione d’insieme delle possibili “sorprese”, andiamo ad analizzare nel dettaglio pro e contro dei film nominati agli Oscar 2015.
Birdman
Questa audace e tagliente commedia è tutta incentrata sugli attori – che dominano l’Academy e che lo hanno votato come Best Ensemble ai SAG: il successo, il fallimento e le insidie che si nascondono dietro la costante ricerca di attenzione e approvazione, è qualcosa che conoscono molto bene. Di contro, però, la satira che fa dello show business potrebbe non piacere alla corrente conservatrice (e più numerosa) dell’Academy. I recenti Producers Guild e Directors Guild Awards però sono sinonimo di un grande sostegno. Tuttavia la mancata nomination al montaggio potrebbe essere un ostacolo. Nessun film dal 1980, infatti, ha vinto l’Oscar senza aver avuto anche una candidatura al montaggio, Che Birdman sia l’eccezione?
Boyhood
Il fattore “non c’è mai stato un altro film come questo” è sufficientemente potente a fare del film che Richard Linklater ha girato in dodici anni, il vincitore assoluto. Una storia semplice, di un bambino che diventa adulto, emotivamente accessibile a chiunque rispetto ai suoi principali concorrenti. Fino ad un mese fa navigava spedito verso l’inevitabile vittoria, trainato dai premi della critica, dal Golden Globe e dal Critics Choice Awards. Anche se non ha avuto molta fortuna ai Guild, la sua vittoria ai BAFTA pesa tanto. Negli ultimi sei anni chi si è assicurato il premio assegnato dall’Academy britannica ha poi trionfato agli Oscar.
The Grand Budapest Hotel
La sua uscita anticipata a marzo poteva essere un fattore penalizzante, e invece si è rivelato la carta vincente che ha spinto questo gioiellino di Wes Anderson fino alla notte delle stelle. Le sue nove candidature all’Oscar sono state una sorpresa. Ma lo sarebbe ancora di più se riuscisse a vincere. Gran parte degli elettori dell’Academy amano quell’atmosfera vecchio stile che Anderson è riuscito a dare al film. Le vittorie ai Golden Globes e ai Critics Choice nelle categorie commedia, dove c’era anche Birdman, hanno aperto gli occhi anche ai più scettici, così come le cinque vittorie ai BAFTA, tra cui migliore sceneggiatura originale. Più outsider di così.
La Teoria del Tutto
Un film amato da molti, soprattutto dagli attori rimasti impressionati dal lavoro dei due giovani protagonisti Eddie Redmayne e Felicity Jones. Ma soprattutto Redmayne ha incantato gli elettori dell’Academy con la sua pregevole interpretazione del brillante fisico Stpehen Hawking colpito da una rara forma di Sla. Tutta l’attenzione si è concentrata su di lui, che vinto BAFTA, Golden Globe e SAG, e non piuttosto sul film nel suo insieme in cui, a ben guardare, i successi e i tormenti interiori di una mente così brillante vengono oscurati da una banalissima storia d’amore.
The Imitation Game
Come fece all’epoca anche il premio Oscar Il discorso del re, anche questo biopic di Alan Turing si gioca la carta della figura storica incompresa. Questo film cerca di seguirne la traiettoria, ma la strategia adottata da Harvey Weinstein – che ha condotto alla vittoria anche il biopic sul Re Giorgio VI –, a parte un buon riscontro al box office (157 milioni di dollari) non ha dato i frutti sperati. Le sconfitte ai BAFTA, ai SAG, ai PGA e ai DGA, rendono difficile credere a uno slam finale sui due favoriti.
Whiplash
Un altro gioiellino indie che si è conquistato lentamente il consenso della critica e anche di una fetta di elettori. Ma nella sua corsa all’Oscar come Miglior Film c’è un fattore “negativo” che non bisogna sottovalutare: la mancanza di una nomination alla regia per Damien Chazelle sia agli Oscar che ai Directors Guild of America. Al momento è più probabile che riesca ad aggiudicarsi un premio nella categoria del Migliore attore non protagonista. Dopo le vittorie ai BAFTA e al Golden Globes, difficile non pensare di rivedere J.K. Simmons anche sul palco del Dolby Theatre.
Selma
Guardando alla storia dell’Academy la vittoria di Selma come miglior film sarebbe senza precedenti. Con solo due nomination all’attivo (l’altra è per la canzone originale, Glory, dove tra l’altro è favorito), è improbabile che il sogno si trasformi in trionfo. Il film di Ava Duvernay su Martin Luther King è stato penalizzato senza dubbio da una campagna scellerata della Paramount che ha impedito a gran parte dei membri dell’Academy di vedere il film. A questo vanno ad aggiungersi le polemiche sollevate dagli storici sul modo in cui è stato ritratto il presidente Johnson.
American Sniper
Il war drama di Clint Eastwood non registra precedenti nella corsa agli Oscar. Quali altri film recenti, usciti a dicembre, sono esplosi come il biopic sul cecchino più letale d’America? Discutibile per certi versi, potente per altri. Il suo patriottismo sfrenato ha catalizzato l’attenzione tanto del pubblico quanto dei membri dell’Academy, nonostante non abbiano riconosciuto una nomination alla regia al grande Clint. Dal canto suo Bradley Cooper ha ottenuto la sua terza nomination consecutiva, questa volta con un ruolo di trasformazione che l’anno scorso fece vincere Matthew McConaughey. È il vero jolly in questa gara.
Probabile vincitore: Boyhood
Non sorprenderebbe: Birdman
Outsider: Grand Budapest Hotel