Musicista, paroliere, dispensatore ufficiale di poesia, quarantaquattro anni e sette album alle spalle. Tra le cose da fare prima di morire, segnate “assistere ad un concerto di Niccolò Fabi”. Perchè la stretta al cuore di un’emozione è una delle cose per cui vale la pena vivere.
Arminio scrive che la poesia richiede la morte di cose molto care e che si trova quasi sempre fuori dalle pagine in cui si cerca di catturarla. E proprio sul filo tesissimo di una grande tragedia, la perdita di sua figlia strappata alla vita a due anni soltanto, che Fabi concepisce “Ecco“, da cui prende il titolo il suo ultimo album.
– Ecco
Una dichiarazione d’amore senza tempo, un canto per dissipare le tenebre dell’oblio con la lucente fiaccola del ricordo. “Io certo non ti lascerò mai andare, ecco, di certo non ti lascerò sparire…”
– Solo un uomo
“Perché la gioia come il dolore si deve conservare, si deve trasformare”
– Elementare
Un artista semplice, candido, genuino. Delicato come una fiore che accarezza il volto. Disarmante come un bambino che fa troppe domande. Elementare “come un bacio in una favola, come un’altalena libera…”
– Capelli
Vive sempre insieme ai suoi capelli e ne va molto fiero! Cosa sarebbe senza? “Una porta chiusa senza la maniglia, una biglia senza pista, un pescatore sprovvisto della sua migliore esca…”
– Lontano da me
Leggero ma profondo, di peso ma senza macigni sul cuore. Di quella leggerezza che si sente quando si decide di prendere una pausa dal baccano, dal rumore circostante, dagli altri, ma soprattutto da se stessi. Magari partendo verso un posto lontano… “Dove nessuno sa chi sono e dove niente mi riguarda, dove l’ignoto ha il suo profumo…“
– Oriente
Partire è un’ottima idea, ma non è sempre la soluzione! Tavolta infatti “Si parte per conoscere il mondo, si torna per conoscere se stessi…”
– Quello che volevo
Ma purtroppo, nella morsa dell’ eterna insoddisfazione, siamo sempre lì pronti a salpare, a raggiungere il posto nel quale non siamo, il tempo nel quale non abbiamo vissuto, viviamo perennemente tesi verso qualcos’altro… “Era il tempo della primavera, ma l’estate era quello che volevo…”
– Costruire
Poi d’un tratto arriva l’ancora dell’amore che ci inchioda prepotentemente in un luogo, senza tener conto dei nostri progetti. E l’inizio, niente è fantastico come l’inizio…“Ah si vivesse solo di inizi, di eccitazioni da prima volta, quando tutto ti sorprende e nulla ti appartiene ancora…”
– Lasciarsi un giorno a Roma
Ma l’amore così come ci incorona, così ci crocifigge. E niente è triste come la fine…“Lasciarsi e poi dimenticarsi…”
– Il negozio di antiquariato
Ma qual è la chiave della felicità? Col linguaggio universale delle emozioni e con la poesia delle piccole cose, Niccolò ci invita a godere dei piccoli miracoli che il quotidiano ci offre, a scoprire che l’incanto non è visibile ad occhio nudo e, talvolta, si nasconde nei posti più inaspettati…“Per ogni cosa c’è un posto
ma quello della meraviglia è solo un po’ più nascosto…”
– Vento d’estate
E allora, chiusi gli occhi, lasciamoci accarezzare dalla brezza di un caldo “Vento d’estate”