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borse europa

In questi giorni Luigi Di Maio e Matteo Salvini stanno discutendo la possibilità di fondare un nuovo governo. Come ogni occasione di questo genere, l’occhio delle borse è tutto puntato sugli esiti della discussione e sulle possibili ripercussioni in caso di un risultato positivo o negativo.

La paura è che la borsa possa crollare per la forte incertezza in cui il paese si muove in questo momento. Nello stesso tempo però arrivano degli ammonimenti, definiti “Ingerenze inaccettabili” da parte di Matteo Salvini che vede queste parole come una interferenza illegittima dell’Europa negli affari di stato.

In occasione di un evento organizzatoa Bruxelles infatti, il vice presidente della Commissione europea, Valdis Dombrovskis, ha chiesto fortemente che l’Italia mantenga gli impegni presi relativamente e adebito e deficit.

“E’ molto chiaro che, in questo momento di crescita dell’economia, l’Italia dovrà porre il suo debito in una traiettoria discendente”, ha detto Dombrovskis.

Queste dichiarazioni arrivano poco prima delle richieste e delle linee guida che l’unione darà ai paesi membri, dove all’Italia verrà chiesta nuovamente la riduzione del deficit.
La paura dell’Europa, a quanto pare, è di ritrovarsi con un’Italia meno accondiscendente alle richieste dell’Unione, correndo il rischio quindi di perdere un controllo consolidato negli anni sul paese, e di conseguenza un calo di leadership all’interno dell’UE.

Anche le politiche migratorie sono state citate, con la richiesta di non cambiare l’eccellente lavoro svolto fino ad adesso.

La preoccupazione maggiore, però è che dietro a queste parola possa nascondersi una trappola finanziaria. Le richieste e gli ammonimenti della Commissione potrebbero infatti andare a influenzare negativamente le borse, provocando crolli sui titoli del nostro paese, determinati dall’incertezza e dall’evidenza di una certa preoccupazione da parte dei piani alti europei sul futuro del paese e sulla sua approvazione totale delle richieste fatte.

Per ora i mercati si mantengono stabili, fiduciosi forse nella nascita di un nuovo governo.

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