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Era il 2 dicembre 1942 quando per la prima volta prese il via ufficialmente l’era del nucleare. Fu Enrico Fermi, un fisico italiano naturalizzato statunitense, a dimostrare, grazie alla ‘Chicago Pile-1′, la possibilità di sfruttare la reazione di fissione dell’uranio per produrre energia.

La scoperta avvenne negli scantinati dell’Università di Chicago, dove un gruppo di scienziati, guidato dallo stesso Fermi, sperimentò la prima reazione nucleare a catena controllata con produzione di energia. Da Chicago, Arthur Compton annunciò, telefonando al collega James Conant, l’esito positivo dell’esperimento: “Il navigatore italiano è sbarcato nel Nuovo Mondo“.

Il Progetto Manhattan, che portò alla realizzazione della bomba atomica nei laboratori di Los Alamos, fu portato a termine con grande entusiasmo dell’equipe di fisici che ci lavorarono. Un ordigno nucleare che ben presto, sul finire della Seconda guerra mondiale, avrebbe distrutto Hiroshima e Nagasaki in Giappone. Milioni i morti, e gravissime le conseguenze riversatesi sui sopravvissuti al bombardamento.

Tsutomu Yamaguchi (1916 – 2010) è stato riconosciuto insieme ad un altro centinaio di superstiti come un sopravvissuto ad entrambi i bombardamenti di Hiroshima e di Nagasaki, in entrambi i casi si trovava infatti entro il raggio di 3 km dall’esplosione (sopravvissuto al primo evento senza gravi ferite ritorna a Nagasaki, sua città natale poche ore prima che sganciassero la bomba sulla città). Yamaguchi ha avuto già un certificato hibakusha o superstite di radiazione.

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