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Gianna Nannini torna con un nuovo album dal titolo “La differenza”.

Si tratta di un album a cui la Nannini tiene molto, che la rappresenta al massimo e prosegue il suo percorso musicale ormai di vecchia data.

“In me è sempre circolato sangue bianco e nero, sono ripartita dal blues verso il soul e il rock alla mia maniera. Conny Plank mi diceva che ogni paese ha il suo blues, basta che lo si faccia, che lo si produca, che lo si alimenti, nella propria cultura di appartenenza. Nashville è la ‘Music city’ ed è da lì che sono partita per realizzare un disco in cui la musica, come dice il titolo, fa La differenza”.

L’album si apre proprio con il brano “La differenza” che la nannini definisce “Un brano difficile per partire”, “niente ritmo da radio, molta emotività e dinamica. Io che ho sempre scritto di uguaglianza, di libertà e liberazione dalle paure, non ho paura di guardare, di amare, di abbracciare chi sa fare la differenza. A volte è la gentilezza a fare la differenza, a volte la forza, il coraggio. Tutti siamo capaci di gesti che ci portano fuori dalla ripetizione, dalla prevedibilità cui spesso sacrifichiamo la nostra vita. Nella canzone La differenza, una donna innamorata, quindi dipendente ma fortissima proprio per le certezze che le danno i suoi sentimenti, dice semplicemente la verità: vai, fai e disfa ma la differenza tra me e te la faccio io. Lo dice divertita e consapevole, senza menarla”.

Quello di Gianna è un disco con atmosfere da live, un album molto particolare che farà la gioia dei fan della cantautrice:

“Il disco è nato con piano, voce e chitarra a Londra, in un piccolo studio di Gloucester Road. Abbiamo cominciato a Londra, con Dave Stewart e poi abbiamo pensato di andare a Nashville. Gran parte delle canzoni sono cantate in diretta, massimo due volte, e per me che sono una performer live cantare in un disco così è un invito a nozze. E anche lavorare con una band come quella che mi ha sostenuto: volevo che gli arrangiamenti fossero per una band che suonasse come uno strumento solo, non volevo che si sentisse tanta roba, una cosa semplice ma molto innovativa, un tipo di suono in linea con quello che si sente nella musica di oggi”.

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