Il cyberbullismo, l’omosessualità, la violenza nelle scuole, l’istruzione, la famiglia, le differenze socio-economiche sono molti dei temi che si intrecciano nella seconda stagione di American Crime, quella che è considerata negli Stati Uniti la serie televisiva più importante dell’anno. Probabilmente a molti non dirà nulla – dal momento che in Italia la prima stagione è stata trasmessa solo sulla piattaforma on-demand TimVision, mentre la seconda è ancora inedita – eppure ha riscosso un grande successo oltreoceano proprio per il suo essere non convenzionale.
Intensa, drammatica e controversa, è stata ideata da John Ridley, premio Oscar per la sceneggiatura non originale di “12 anni schiavo” nel 2014, ed è stata trasmessa per la prima volta nel marzo 2015 su ABC. American Crime è una serie antologica, vale a dire che ogni stagione tratta una storia a sé stante, senza alcun filone narrativo comune, mentre gli attori sono sempre gli stessi: Felicity Huffman (la Lynette di “Desperate Housewives”) e il premio Oscar Timothy Hutton interpretano i personaggi principali in entrambe le stagioni.
La prima stagione è ambientata in una comunità della California, dove una giovane coppia rimane vittima di un’aggressione. Solo la donna riesce a sopravvivere, ma la sua vita è attaccata ad un filo. Dopo l’arresto di quattro ispanici, l’intera comunità assiste alla lunga vicenda giudiziaria, che mostra il punto di vista delle vittime e delle famiglie dei sospettati. Drammi che accomunano negli Stati Uniti molte persone: razzismo, criminalità diffusa, battaglie in tribunale – raccontate con sincerità da parte di Ridley, che ha cari questi argomenti – e soprattutto dagli attori che conferiscono umanità ai personaggi.
La seconda stagione si svolge invece ad Indianapolis e racconta le vite complicate di studenti di due scuole superiori, una pubblica e una privata. I temi dell’orientamento sessuale, del cyberbullismo e della disparità socio-economica vengono a galla quando le foto compromettenti dello studente omosessuale Taylor Blaine (interpretato da Connor Jessup), vengono pubblicate sui social media a seguito di una festa scolastica. Le circostanze diventano più complicate quando Taylor accusa due giocatori sulla squadra campionato di basket della scuola privata, i facoltosi Kevin Lacroix e Eric Tanner (interpretato da Joey Pollari) di violenze sessuali. American Crime è l’unica serie in primetime negli Usa che esplora cosi da vicino l’identità sessuale di un teenager in maniera franca, piena di sfumature e contemporanea.
Ridley ritiene che il merito del successo sia dovuto in gran parte alla diversità dello show sia davanti sia dietro la macchina da presa. Nel senso che non solo il cast comprende afroamericani, mediorientali e ispanici ma le donne o le persone di colore hanno scritto più di metà degli episodi di American Crime 2. “Questo è uno spettacolo che non era stato fatto prima d’ora”, ha detto Ridley. “Non si vede un sacco di gente di colore in ruoli di primo piano, in ruoli complicati, e certamente non se ne vede abbastanza dietro la macchina da presa”. Ma soprattutto non si vedono questo genere di storie, così complesse e impegnate. Assolutamente da non perdere perchè offre uno spaccato reale delle contraddizioni statunitensi, attraverso spunti di riflessione su drammi attuali, che devono essere conosciuti per poter essere superati.