Facebook è ormai in caduta libera e la sua credibilità è praticamente a zero. Ecco che una nuova notizia scatena un putiferio nella questione privacy e porta il social di Zuckerberg a doversi difendere da nuove accuse che potrebbe mostrare in un’altra luce lo scandalo di Analytica. Pare infatti che la piattaforma social, un tempo più amata del mondo, abbia per anni trattato con le società finanziare con l’obiettivo di ottenere dati sensibili al fine di proporre pubblicità ad hoc per ogni utente.
La notizia arriva dal Wall Street Journal che cita fonti anonime e documenti interni alla compagnia. Il nuovo scandalo è quindi alle porte e, dopo risultati finanziari deludenti, la fuga del 25% degli utenti USA e la questione Cambridge Analytica, sembra proprio che Facebook avrà non poche difficoltà a tornare in piedi.
Le azioni sono destinate a crollare dopo che il Wall Street Journal ha trovato dati relativi a contrattazioni alle spalle degli utenti, e una sorta di profiling personale che sfruttava informazioni fuori e dentro la piattaforma, abusando in modo netto dei termini di servizio.
“Come molte aziende online, collaboriamo con gli istituti finanziari per migliorare le esperienze commerciali delle persone, quali consentire un migliore servizio clienti”, dichiara Elisabeth Diana al Wsj, cercando di placare gli animi.
“Abbiamo sottolineato ai partner che mantenere al sicuro le informazioni personali è fondamentale. Questa è stata e sarà sempre la nostra priorità”.
Le spiegazioni però non bastano e, già ad agosto, annusando probabilmente lo scandalo imminente, Unicredit si era defilata da Facebook parlando di comportamenti “non etici” da parte della piattaforma.
La questione dei dati si fa sempre più incandescente, e l’era dei social sembra incrinarsi di fronte a una serie di episodi che stanno davvero facendo ricredere gli utenti sulle compagnie alle quali hanno affidato le loro vite virtuali, e non solo.