Andrea Roncato sta lavorando moltissimo, tra teatro e cinema dove recita e ha recitato in pellicole di grandi registi come Pupi Avanti.
Eccolo quindi ai microfoni di Lunatici, su Radio 2 ad affrontare l’argomento della droga e quello del sesso.
“E’ successo vent’anni fa – ha spiegato l’attore parlando del suo rapporto con la droga- Adesso sono venti anni che non bevo neanche un alcolico, non fumo e non mi drogo. Sono ricordi molti passati. Erano notti brave, eccessi, stronzate. Averne parlato è stato un problema. Io pensavo di fare bene, e invece no. Sono state cose passeggere, aleatorie, e invece si è creata un immagine di Andrea Roncato che non corrisponde al vero. Io ne ho parlato pensando di poter aiutare anche i più giovani a non fare certe cose, perché fare certe cose è una cavolata. E invece non sia mai. Ancora adesso può capitare che apro internet e leggo che sono stato nel tunnel della droga. Ma quale tunnel. Io un giorno mi sono alzato e ho detto che certe cose non avrei più voluto farle e ho deciso di smettere. Ci ho messo due minuti ad uscire dal tunnel. Io sono stato cretino, ma non me ne pento di aver parlato di queste cose. In realtà poi tutti le fanno, nessuno lo dice. Sono stato l’unico sincero, insieme a Fiorello e a pochi altri. E’ pieno di bugiardi che fanno i perbenisti e invece sai benissimo che di nascosto fanno di tutto”.
Ritorna poi ad affrontare la questione aborto, un grande rimpianto della sua vita che non accenna a lasciarlo.
“Ho scritto un libro con una poesia dedicata a un bambino mai nato perché feci abortire la sua mamma”.
Anche qui però precisa mostrando l’errata percezione della realta:
“Un bambino. Un aborto. Non cinquanta, come leggo. Ne ho fatto fare uno e ho dedicato una poesia a questo bambino mai nato, pentendomi della mia decisione e dicendo a tutti che ho fatto una stronzata. Però poi oggi leggo di tunnel della droga, di venti aborti, di cose così. Purtroppo se i giornali titolano che faccio l’ambasciatore per i bambini disabili nel mondo, che mantengo due canili, che faccio film con Avati e Virzì, non gliene frega niente a nessuno”.
Ed ecco il capitolo donne e sesso: “Se sono stato un latin lover come molti pensano? Ho avuto la fortuna di lavorare con le più belle donne del cinema italiano. Tutti pensano che se in un film hai venti donne poi te le sei fatte tutte. Io ci ho provato con qualcuna, qualcuna ha anche abboccato, ma era un po’ il personaggio che io facevo. La gente ancora oggi mi ferma parlando di Loris Batacchi capo ufficio pacchi”.
