Dopo la magia dei mille miliardi di capitalizzazione, Apple sprofonda nell’abisso della borsa dopo un netto taglio delle stime di crescita valutato direttamente dalla compagnia.
Un crollo che ha affossato le borse mondiali, portando addirittura alla crescita del nostro Spread e che fa mettere in discussione il potere della compagnia, così come la sua durata.
Il concetto di too big to fail, è già stato superato, ed ecco che, come già Bezos ha ipotizzato un fallimento futuro di Amazon, Goldman Sachs ipotizza che Apple possa crollare e finire come Nokia, compagnia accomunata alla mela dal design unico e sistema operativo nativo.
Stime forse troppo estreme, dal momento che Apple continua comunque a macinare utili, in particolar modo grazie al suo universo app, ma una prospettiva che non possiamo non prendere in considerazione, nel momento in cui, grandi nomi di un tempo come Nokia, Blackberry, o la SEGA del mondo dei videogiochi sono sprofondati nell’abisso in tempi molto rapidi.
L’opinione è dell’analista Rod Hall che ipotizza una crollo del valore di Apple nel corso del 2019, proprio dovuto alla crisi delle venite degli smartphone.
Dopo aver saturato il mercato Apple, potrebbe quindi iniziare a crollare, cosa che significherebbe bruciare mille miliardi di dollari.
Hail, a sostegno della sua tesi, mostra come Nokia fosse diventata dipendente dagli aggiornamenti dei propri clienti.
L’impossibilità di offrire cambiamenti radicali ogni anno, avrebbe poi portato gli utenti a tenere sempre lo stesso dispositivo, fino a danneggiare fortemente le vendite e abbattere l’azienda.
La stessa cosa sta accadendo con Apple; l’assenza di una next gen di smartphone, rende infatti gli ultimi dispositivi molto simili a quelli di tre o quattro anni fa.
Una possibilità, per quanto folle, per la compagnia, sarebbe quella di aprire ad altre aziende e di permettere l’utilizzo di IOS, cosa che farebbe probabilmente schizzare le azioni, danneggiando però quella qualità e unicità che rende il brand forte.