E’ morto all’età di 86 anni, colpito da un infarto, Glenn McDuffie, il protagonista di una tra le foto simbolo del XX secolo. Un marinaio che bacia con trasporto una giovane infermiera in mezzo a Times Square, New York. Un semplice scatto in una calda giornata estiva che ha segnato la storia della fotografia e non solo. Quel bacio immortalato da Alfred Eisenstaedt il 14 agosto del 1945 e pubblicato due settimane dopo su LIFE Magazine, non è un bacio qualunque. E’ il simbolo della fine della seconda guerra mondiale per gli Stati Uniti, il V-J day (dove J sta per Japan), testimonianza per immagine dell’euforia esplosa con la vittoria statunitense sul Giappone.
A proposito del suo scatto Eisenstaedt, fotografo di origine tedesca poi emigrato negli Usa, raccontava: “Vidi un marinaio che correva per la strada e agguantava tutte le ragazze che gli capitavano a tiro. Gli correvo davanti andando all’indietro e guardandomi ogni tanto alle spalle. D’improvviso vidi che aveva afferrato qualcosa di bianco. Mi girai e scattai nel momento che il marinaio baciava l’infermiera: feci quattro foto nel giro di pochissimi secondi”. Ma in tutti e quattro gli scatti i visi appaiono parzialmente coperti, perciò non è mai stato possibile verificare la reale identità dei protagonisti immortalati.
Nel numero di LIFE dell’ottobre 1980 ben undici uomini e tre donne scrissero affermando di essere i soggetti della foto. Se per l’infermiera sembra ormai certo si trattasse di Edith Shain, che in quell’agosto del ’45 lavorava proprio a New York al Doctor’s Hospital, l’identità del marinaio è sempre rimasta avvolta nel mistero, e negli anni sono stati in tanti ad essersi fatti avanti. L’ultimo a venire allo scoperto è stato Glenn McDuffie, negli anni ’80. “Non ho mai creduto che potesse darmi pubblicità, ma mi faceva diventare pazzo il fatto di non essere riconosciuto in quell’immagine”, disse in un’intervista all’Houston Chronicle.
E a confermare le sue parole arrivò nel 2007 anche la perizia di Lois Gibson, esperto forense della polizia locale. Di quel giorno del 1945 McDuffie ricorda: “Mi trovavo a New York. Stavo scendendo da una metro a un’altra, quando ho saputo della resa del Giappone. Ero così felice che uscii dalla stazione in cui mi trovavo e corsi per strada. Lì vidi una infermiera. I nostri sguardi s’incrociarono felici. Lei mi fece un grandissimo sorriso e mi lanciai subito per abbracciarla e baciarla, senza dire una parola. Poi presi la metro e tornai a Brooklyn”. E così nacque il mito.