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cyborg

Un caso di tecnologia fantascientifica al Mobile World Congress di Barcellona, dove un volontario si è fatto impiantare un chip sotto pelle con all’interno le credenziali per aprire la porta di casa.

Una scena che fa pensare al futuro, mettendo allo stesso tempo una certa inquietudine nei presenti di fronte alle prime modifiche in stile cyborg.

Un’altra persona ha poi raccontato di aver già effettuato la modifica, in questo caso per effettuare pagamenti mobile.

Due casi di ‘Biohacking’, l’inserimento di elementi tecnologici all’interno di un organismo biologico con il fine di monitorare alcuni elementi o rendere più semplici alcune funzioni.

“E’ molto utile per me perché ho una casa automatizzata. E se volessi rimuovere il chip basterebbe un taglietto per espellerlo”, ha raccontato Edgar Pons, l’individuo che ha scelto di farsi impiantare il chip sul palco del Mobile World Congress.

Il chip è piccolissimo,delle dimensioni di un granello di sabbia, quindi assolutamente non invasivo.

Inoltre il componente è rivestito di un materiale che ne impedisce il deterioramento all’interno del corpo umano.

L’operazione è molto semplice e fa pensare a una pratica di possibile diffusione dal momento che l’elemento invasivo è davvero limitato e il rischio è praticamente pari a quello di un tatuaggio, se non inferiore.

L’uomo che monta invece un chip dedicato ai pagamenti mobile, ha mostrato in diretta un pagamento effettuato poggiando il telefono sulla pelle.

Due casi estremi, e due pionieri di quella che potrebbe diventare nel tempo una pratica diffusa.

Di sicuro però, l’idea di elementi tecnologici inseriti nel nostro organismo non piace a tutti, e in molti già temono una situazione di eccessivo controllo e privacy inesistente proprio per la possibile diffusione della pratica.

La presentazione di due tecnologie di questo tipo a un congresso di tecnologia mobile, deve però far pensare.

Quello che pareva impossibile è oramai oltre il reale.

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