“L’ultima parola – La vera storia di Dalton Trumbo” è il titolo del film che vede Bryan Cranston finalmente nei panni di protagonista assoluto (per lo meno in un film). Dopo oltre 30 anni di carriera, tra lungometraggi (ricordiamo Argo, Godzilla, Drive) e svariate serie televisive (Breaking Bad su tutte, ma anche Malcolm), arriva per Cranston quello che potrebbe essere il “film della vita“.
Sull’immenso talento del cinquantottenne attore statunitense non vi sono dubbi, ma quella di Trumbo sembra avere tutti i numeri per poter essere considerata una delle sue più memorabili interpretazioni, destinata ad affrancarlo una volta per tutte dall’iconico ruolo di Walter White, il chimico della serie tv cult Breaking Bad.
Il film, diretto da Jay Roach e già uscito negli Stati Uniti nel novembre 2015, arriverà nelle sale italiane l’11 febbraio 2016 e vanta un ricco cast composto, oltre dal citato Cranston, da Helen Mirren, Louis C. K., Elle Funning, John Goodman e Diane Lane.
Il film racconta la storia di Dalton Trumbo, uno dei più grandi sceneggiatori d’America, che negli anni’40 venne chiamato, insieme ad altri sceneggiatori, registi e produttori, a testimoniare di fronte alla Commissione per le attività anti-americane a causa di una presunta vicinanza al Partito Comunista, suggerita dalle sue opere. Trumbo si rifiutò di testimoniare venendo condannato al carcere e bandito dalla scena hollywoodiana.
Uscito di carcere dopo 11 mesi di prigionia, non potendo più tornare a lavorare ad Hollywood, Trumbo si trasferì in Messico con la moglie, dove poté scrivere liberamente pur sotto diversi pseudonimi: qui nacquero più di trenta sceneggiature, due delle quali vinceranno addirittura l’Oscar (Vacanze romane, 1953 e La più grande corrida, 1956). Solo 13 anni dopo, nel 1960, venne accolto nuovamente e ufficialmente dalle case di produzione, riabilitato al mestiere di sceneggiatore da quella Hollywood che non poté più fare a meno di riconoscere la sua grandezza. È datato 1971 il suo unico lavoro da regista, E Johnny prese il fucile, pietra miliare del cinema anti-militarista. Negli anni successivi Trumbo visse a Los Angeles continuando a scrivere per il cinema, al quale offrì, a soli 3 anni dalla morte sopraggiunta nel 1976, l’ultima sua memorabile sceneggiatura, ovvero quella di Papillon, con Dustin Hoffman e Steve McQueen.
Insomma, gli ingredienti per il successo sembrano esserci tutti, una storia controrrente c’è, un protagonista dalla personalità debordante e pittoresca pure.
Anche i “numeri”, finora, promettono bene: Bryan Cranston ha già ricevuto per questo ruolo una nomination ai BAFTA, una ai Golden Globes ed attualmente si trova nella cinquina dei miglior attori protagonisti agli imminenti Premi Oscar.