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« La tocca per Diego, ecco, ce l’ha Maradona. Lo marcano in due, tocca la palla Maradona, avanza sulla destra il genio del calcio mondiale. Può toccarla per Burruchaga.. sempre Maradona.. genio, genio, genio.. c’è, c’è, c’è… goooooooooool… voglio piangere.. Dio Santo, viva il calcio.. golaaaaaazooo.. Diegooooooool.. Maradona.. c’è da piangere, scusatemi…Maradona in una corsa memorabile, la giocata migliore di tutti i tempi…aquilone cosmico! Da che pianeta sei venuto? Per lasciare lungo la strada così tanti inglesi? Perché il Paese sia un pugno chiuso che esulta per l’Argentina…Argentina 2, Inghilterra 0!»

Non poteva che essere questo l’incipit, cantato da Victor Hugo Morales (un uruguaiano!), di Diegooooo – 1986, quinto episodio del programma Buffa racconta i Mondiali (in onda su Sky Sport) in cui il poliedrico Federico Buffa, partendo da una determinata edizione della manifestazione – sportiva e non – più popolare al mondo, tesse un racconto che parte dal calcio, passa per la storia, transita per la cultura umanista in generale (cinema, musica e arte), per poi tornare all’origine, al pallone che rotola.

Dopo il Maracanazo del ’50, l’Arancia meccanica del ’74, il Grande Uruguay del ’30 e il calcio che torna a casa (Inghilterra ’66), tocca all’edizione messicana dell’86 e stavolta la scena se la prende tutta Diego Armando Maradona: el pibe de oro, all’apice della propria carriera, riesce nell’impresa di trascinare al trionfo finale una delle Selecciòn peggiori di sempre, oltre che in quella di scrivere una delle pagine dello sport in generale che più si avvicinano alla trascendenza divina.

La luce naturale del leggendario stadio Azteca che illumina Diego, gli aforismi a lui dedicati (“Se fosse nato a Toronto, il Canada arriverebbe in finale“), la rivincita di un intero popolo dopo l’umiliazione delle Malvinas/Falkland. Il tutto sublimato in una partita: nella Mano de Diòs e nel gol più bello della storia del calcio.

Non solo Maradona però: con il suo ammaliante passo felpato, in grado di conferire al racconto un’atmosfera romanzata, ma mai eccessivamente enfatica, lo specialista dell’NBA narra anche del Messico del genio senza patria Bora Milutinovic; della Quinta del Buitre spagnola, la grande generazione madridista di metà anni ’80 (Sanchìs – Mìchel – Martin Vasquez – Pardeza – Butragueño); della Scozia e del suo condottiero, che passerà alla storia come Sir Alex Ferguson.

Buffa ci accompagna attraverso un’altra meravigliosa ora di lezione interdisciplinare, alla fine della quale ci si rende sempre più conto che, come disse Josè Mourinho (e come recita il tag della trasmissione), chi sa solo di calcio, non sa niente di calcio.

Buffa racconta il Maradona dell’86, una lezione interdisciplinare

[Photo Credits: sport.sky.it]

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