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Cara Laura Pausini

ti scrivo per ringraziarti, a nome di tutti i tuoi fan, per le emozioni che ci regali.
Col tuo talento sei cresciuta professionalmente da quel lontano 1993, anno in cui vincesti Sanremo nella categoria giovani. Da allora un successo dopo l’altro, senza dimenticare mai da dove vieni, senza rinnegare le tue origini, italiane in primis, romagnole in seconda.
Nelle tue interviste hai sempre detto che l’Italia è bella, che non la cambieresti con nessun’altra nazione e che non andresti mai a vivere altrove. Sarà per questo che non perdi occasione per tornare a Solarolo o a Castel Bolognese quando non sei occupata con il lavoro.

Ma cosa ne pensi della situazione in cui verte adesso il nostro Paese? Sei sempre convinta delle tue dichiarazioni?
Nonostante la disoccupazione che costringe i giovani a restare a casa coi genitori a 40 anni suonati?
Nonostante siamo all’ottavo posto nella classifica delle nazioni più maleducate? Nonostante ogni giorno al telegiornale si parli di femminicidio? Nonostante vengano a galla le storture dei nostri politici?

Non è difficile capire come mai sempre più giovani scappano dall’Italia, in cerca di maggior fortuna. Eppure tu continui a dire che l’Italia è bella, che vale la pena restare a vivere qui, che le cose cambieranno, che la crisi passerà.
Cosa ti senti di dire a chi deve fare i salti mortali per pagare la bolletta della luce?
E a chi deve limitare le spese familiari potendo disporre di soli mille euro di stipendio? A chi lotta contro il precariato?
Tu sei corretta: paghi le tasse e le paghi in Italia, come hai detto diverse volte. Ma come dovrebbe comportarsi chi dalle tasse è divorato e non sa come fare?
Tra i tuoi fan sono in tantissimi a dover combattere contro queste difficoltà. Come potrai leggere nei commenti che affollano ogni giorno la tua pagina Facebook, ognuno ha una storia da raccontare. Io ho la mia, ma non è così diversa da quella dei miei coetanei.

Sogniamo tutti un Paese patriottico, perché in fondo la prima a difendere l’Italia dovrebbe essere l’Italia stessa. Invece lei a volte ci allontana, imponendoci di voltarle le spalle e spingerci altrove in cerca di meglio. Perché in una tua prossima canzone non la ammonisci questa Italia, perché non provi a scuoterla con la potenza della tua voce e la dolcezza delle tue parole? Non può non ascoltarti. Chi può rimanere indifferente? Nemmeno lei, così sicura di sè, talvolta troppo.

Non è polemica la mia, no di certo.
E’ desiderio di trovare una soluzione e farlo insieme a chi canta l’amore con tutta la passione che ha in corpo.
Perché la musica è vita. La musica è gioia. La musica può essere anche una cura.

Laura, che ne dici di trovarla insieme questa cura?

Una tua fan innamorata dell’Italia

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