Provate a chiedere a un bambino di oggi chi siano Lady Oscar, Georgie o Jeeg Robot, e forse vi guarderà con una faccia smarrita. Cambiano i tempi e cambiano pure i beniamini del piccolo schermo. In peggio, si potrebbe obiettare, guardando i vari Peppa Pig, Barbapapà, Teletubbies per non parlare delle Winx. Perché diciamo la verità i cartoni animati degli anni ’80 erano tutta un’altra cosa. Robottoni giganti, divinità dell’Olimpo, eroine romantiche (un po’ sfortunate), valorosi cavalieri, sportivi di ogni tipo, protagonisti di storie incredibili e avventurose che tenevano incollati allo schermo per pomeriggi interi. Ma oltre le storie, oltre la ricchezza dei contenuti, oltre i personaggi straordinari c’erano loro: le sigle! Canzoni che hanno scandito la nostra infanzia e che ci sono rimaste nel cuore, anche da grandi. Quando parliamo di cartoni il pensiero corre inevitabilmente alla regina delle sigle: Cristina D’Avena. Ma in realtà la mitica Cristina non è l’unica ad aver prestato la sua voce a tanti indimenticabili pezzi della nostra infanzia. Ecco quindi una lista di sigle (qualcuna ci sarà sicuramente sfuggita, altre escluse a malincuore), tra le più ricordate e amate. Pronti a tornar bambini?
Daitarn 3
Daitarn 3 è stato tra i primi anime robotici a fare la comparsa sugli schermi italiani, trasmesso per la prima volta da Rete A nel 1980. Il cartone sul robottone guidato da Haran Banjo non tarderà molto a diventare un cult di quegli anni, complice anche una delle più belle sigle tv (non ce ne voglia UFO Robot!), che porta la firma di Luigi Albertelli e Vince Tempera. Cantano I Micronauti, gruppo formato, oltre che dallo stesso Tempera, anche dai fratelli Balestra (in Daitarn 3 la voce solista è infatti quella di Giancarlo).
Galaxy Express 999
“Corre il treno, corre nella notte, va, e volerà nel blu fra luna e stelle….”. All’atmosfera cupa e malinconica dell’anime futuristico di Leiji Matsumoto faceva da contraltare una sigla incalzante cantata dagli Oliver Onions. La stessa canzone, ma con un testo in inglese, è stata usata per “Fantasy”, colonna sonora del film Bomber con Bud Spencer
L’uomo tigre
Negli anni ’80 non c’è stato bambino appassionato di wrestling che non abbia guardato almeno una volta questo capolavoro dell’animazione nipponica, ricordiamolo, datato 1969. A cantare la sigla del mitico eroe mascherato che combatte sul ring per gli orfani, erano I Cavalieri del Re, gli stessi della prima sigla di Lady Oscar.
Lady Oscar
Il maggior successo in assoluto de I Cavalieri del Re di Riccardo Zara accompagnò la prima edizione dell’anime giapponese. Il brano raggiunse in poco tempo il settimo posto nella classifica settimanale dei singoli più venduti ed il 57° in quella annuale. Quando agli inizi degli anni ’90 Mediaset decise di cambiare il titolo in Una spada per Lady Oscar, cambiò anche la sigla, affidata a Cristina D’Avena. Voi quale versione preferite?
La Stella della Senna
Una Rivoluzione, due cartoni. Sulla scia del successo di Lady Oscar nel 1984 arriva su Italia 1 Il Tulipano nero – La stella della Senna (in realtà era uscito nel ’75, prima della sua consorella). La sigla italiana “I ragazzi della Senna” è cantato da Cristina D’Avena. Nel testo originale – poi corretto -, un errore clamoroso, che all’epoca diede scandalo, colloca lo scoppio della rivoluzione francese il 4 luglio anziché il 14 (“il 4 luglio si arrende il bastione, il 4 luglio c’è la rivoluzione…”)
Holly e Benji, due fuoriclasse
Acrobazie improbabili, azioni che duravano all’infinito, tiri potentissimi. Bastava il calcio a esaltare ogni bambino degli anni ’80, ma Holly e Benji era soprattutto una storia di amicizia, di lealtà e di rispetto per l’avversario. E che avversario, dal mitico Marc Lenders ai gemelli Derrick. La sigla originale è cantata dal piccolo Paolo Picutti mentre per la seconda serie Che campioni Holly e Benji (1999) “scendono in campo” Cristina D’Avena e Marco Destro.
C’era una volta Pollon
Se i trentenni di oggi ricordano a memoria tutta la mitologia dell’Antica Grecia è anche merito della piccola aspirante dea combina guai, che con la sua polverina magica (che fa tanto messaggio subliminale) portava gioia e felicità a chiunque. Come la sua sigla, senza dubbio tra quelle indimenticabili cantate dalla mitica Cristina D’Avena.
Mila e Shiro, due cuori nella pallavolo
Se i maschietti erano in fissa con Holly e Benji, l’eroina delle femminucce era lei Mila Hazuki che con quel suo “Attack” micidiale stendeva tutti gli avversari. Chi non ha sognato di diventare un giorno giocatrice di pallavolo, guardando in azione la “cugina” di Mimi Ayuhara? La sigla, scritta da Alessandra Valeri Manera, è cantata sempre da Cristina D’Avena. La stessa base musicale fu usata per le versioni francese (“Jeanne et Serge”), spagnola (“Dos fuera de serie”) e tedesca (“Mila Superstar”) del cartone animato.
Dragon Ball
Alla fine degli anni ’80 irrompe sulla scena il forzuto Goku alla ricerca delle mitiche sette Sfere del Drago. Per la prima edizione italiana, trasmessa su Junior TV, furono usate le sigle di testa e di coda originali. Col passaggio su Italia 1 è stata realizzata una sigla tutta nuova, in pieno stile anni’80, cantata da Giorgio Vanni, che è anche l’autore insieme a Max Longhi e la Valeri Manera.
Sailor Moon
Siamo negli anni ’90 e mentre le Spice Girls cantano il girl power, le guerriere Sailor lo mettono in pratica. Finalmente i supereroi della situazione sono donne, anzi liceali carine e spensierate dotate di poteri speciali che le trasformano in coraggiose paladine della giustizia. Il cartone, composto da cinque stagioni, in onda fra il 1995 e il 1999, ha una sigla diversa per ogni serie, tutte cantate da Cristina D’Avena, ma nessuna mai come la prima.
Occhi di Gatto
Affascinanti bariste di giorno, le sorelle Kisugi di notte si trasformano nella banda di ladre più sexy e abile dell’animazione giapponese. L’anime di Tsukasa Hojo arriva in Italia nel 1985, su Italia 1; scritta come sempre da Alessandra Valeri Maneri e musicata da Ninni Carucci, la sigla Occhi di Gatto è cantata da una Cristina D’Avena già all’apice del successo.
Lamù – La ragazza dello spazio
La sigla di Lamù ancora oggi è una «questione irrisolta». L’intraprendenza dei fan della serie cult degli anni ’80 non è riuscita a dipanare la matassa del mistero che avvolge autore, interprete e titolo della sigla originale dell’aliena dal bikini tigrato. Le ipotesi sono tante, la più probabile ha a che fare con l’emittente partenopea Telecapri, la prima a trasmetterla dal 1983 al 1985. Nessuna certezza però e la ricerca continua….
E per voi invece? Quali sono le vostre sigle del cuore?