C’è chi l’Oscar lo vince dopo anni e anni di performance straordinarie, a coronamento di una carriera che chiede solo la consacrazione definitiva, chi invece è talmente fortunato da vincerlo quasi al primo colpo nella speranza che quella agognata statuetta dorata possa essere il trampolino di lancio di una carriera destinata a rimanere nella storia. Eppure l’equazione non è sempre così scontata. Prendiamo Monique. Ve la ricordate? Premio Oscar come Migliore attrice non protagonista per il ruolo di Mary, la madre violenta della protagonista, nel cult Precious di Lee Daniels, l’attrice afroamericana battè Maggie Gyllenhaal (Crazy Heart), Penelope Cruz (Nine), Anna Kendrick e Vera Farmiga (candidate entrambe per Tra le Nuvole), per poi sparire completamente dai radar di Hollywood. Il talento c’era come pure un grande potenziale. Eppure questa promettente attrice non si è trasformata nella superstar che in tanti si aspettavano.
Nei cinque anni successivi alla vittoria dell’Oscar, Monique è stata praticamente disoccupata. Nessun progetto di rilievo in cantiere, né al cinema né in televisione. Niente di niente, almeno fino al 2014 quando gira il film indipendente Blackbird (uscito in sala nel 2015), adattamento cinematografico dell’omonimo romanzo di Larry Duplechan. La storia di un adolescente gay e di colore che lotta ogni giorno con la sensazione di essere un “disadattato” all’interno di una piccola città, molto religiosa e conservatrice, del Mississippi. Una storia toccante ma passata del tutto inosservata come pure gli altri progetti in cu è accreditata secondo il sito IMDB: Interwoven (2015), il tv movie Bessie (2015) e A Meyers Christmas (2016).
L’ennesime occasioni sprecate per Monique che puntava al rilancio con la parte di Cookie Lyon nella serie Fox, Empire, e quella della moglie di Forest Whitaker in The Butler – Un maggiordomo alla casa bianca. Due produzioni legate a Lee Daniels (della prima è creatore e produttore, della seconda regista), colui che l’ha scoperta e portata alla vittoria dell’Oscar. Ma questo non è bastato a Monique, bocciata per entrambe rispettivamente a favore di Taraji P. Henson e Oprah Winfrey, che le ha soffiato anche il ruolo della nonna di Richard Pryor nel biopic a cui sta lavorando Daniels.
“Sono semplicemente andate via,” ha detto Monique in una lettera inviata all’Hollywood Reporter. «L’Oscar ti porta rispetto, lavoro e soldi, perché a me no?» si è chiesta l’attrice accusando anche lo stesso regista: «Ho chiesto il perché sono stata scartata e la risposta è “non sei stata al gioco”». Quindi pare proprio che l’assenza di ruoli per l’attrice 47enne debba ricondursi al suo essere “persona non grata” in quel di Hollywood. Il motivo? Il non aver partecipato alla campagna per l’Oscar durante la Award Season 2009-2010. Monique non prese a parte a nessun evento di quella stagione eppure vinse, ringraziando l’Academy nel suo discorso “per aver dimostrato che si può vincere per le performance e non per la politica.” La risposta di Daniels non si è fatta attendere molto: «Monique è una forza creativa da non sottovalutare ma le sue richieste durante Precious non sono state sempre in linea con la campagna di promozione e questo ha inacidito il suo rapporto con la comunità di Hollywood. Ho sempre pensato e penserò a lei per certi ruoli, ma il consenso tra i team creativi e i poteri finora hanno fatto andare le cose in un altro modo».