‘Cocaine La vera storia di White Boy Rick’, diretto da Yann Demange e con protagonista l’ormai leggendario Matthew McConaughey, non è solo una storia di spaccio, ricostruita nel minimo particolare. Cuore della vicenda, è infatti il rapporto tra padre e figlio, ed è proprio questo l’elemento trainante che eleva la pellicola allontanandola dal solito cocaine movie, ormai visto e rivisto.
McConaughey interpeta un padre ai limiti, sempre con un piede nella cella ma forte di un grande senso della famiglia. Con una figlia tossicodipendente, e la moglie che li ha ormai abbandonati, McConaughey cerca comunque di tenere in piedi il suo nucleo famigliare flirtando con la criminalità e abbandonando la legge in nome della sopravvivenza.
Il film inizia con padre e figlio alle prese con un commercio illegale di armi.
Si nota subito quanto il figlio però abbia senso degli affari e si intenda di ogni dettaglio.
Il destino del ragazzo è però molto particolare, a soli 14 anni, diventa infatti un informatore sotto copertura per la DEA che vuole un infiltrato nell’ambiente della droga locale gestito da gang di afroamericani.
Il ragazzo è molto sveglio, e ci mette poco, con il soprannome di “White Boy Rick” a diventare uno spacciatore importante e farsi strada nel mondo della criminalità. Quando però lo trovano con otto chili di cocaina, i federali lo abbandonano, negano la copertura e il ragazzo prende l’ergastolo.
Un film fuori dagli schemi del genere, che gioca sì sulla moda delle droghe che funziona sempre nel cinema, ma racconta una storia vera da una prospettiva diversa.
Una vicenda che va oltre il film di spaccio e si avvicina invece al dramma, raccontando le dinamiche familiari e la storia di un ragazzo che si ritrova nelle mani di varie persone, finendo poi per diventare un criminale reale.
Sicuramente una delle pellicole più interessanti in questo momento.