Le apparecchiature per la terapia CPAP (Continuous Positive Airway Pressure) sono dispositivi medici che agiscono fornendo una pressione positiva continua nelle vie aeree con l’obiettivo di favorire una respirazione più efficace.
Per quanto i dispositivi CPAP siano comunemente associati al trattamento della sindrome delle apnee ostruttive del sonno (la cosiddetta “apnea notturna”, nota anche come OSAS), è corretto precisare che la terapia CPAP trova applicazione in diverse altre patologie che interessano direttamente o indirettamente l’apparato respiratorio.
L’avvento della CPAP ha rappresentato una svolta importante in campo medico e oggi è una soluzione utilizzata sia nelle strutture sanitarie (ospedali, RSA ecc.) sia in ambito domiciliare.
Va sottolineato che la terapia CPAP è una metodica di ventilazione non invasiva che comporta un minore rischio di complicanze rispetto alla ventilazione invasiva (ovvero l’intubazione tracheale); è per questo motivo che in ambito ospedaliero, quando possibile, si preferisce ricorrere alla CPAP poiché evita la sedazione farmacologica e il posizionamento del tubo endotracheale. Va però precisato che non in tutte le situazioni la CPAP può sostituire l’intubazione.
Apnee notturne: la principale applicazione della CPAP
La sindrome delle apnee ostruttive del sonno è un disturbo respiratorio in cui si verifica un’ostruzione intermittente, parziale o totale, delle vie aeree superiori durante il sonno. Chi è affetto da questa patologia presenta vari sintomi e segni caratteristici: russamento abituale (che disturba l’eventuale compagno di letto), nicturia, sonno non riposante, cefalea al risveglio, eccessiva sonnolenza diurna ecc. Nel lungo termine, la sindrome può avere conseguenze negative sullo stato di salute generale, senza contare i rischi legati alla sonnolenza diurna (incidenti stradali o sul lavoro).
Il trattamento più prescritto è la ventilazione meccanica a pressione positiva con dispositivi CPAP la cui efficacia è ampiamente documentata nella letteratura medica.
CPAP e insufficienza respiratoria acuta e cronica
Il ricorso ai dispositivi CPAP è sfruttato anche nel trattamento dell’insufficienza respiratoria, sia acuta che cronica. Vi si può per esempio ricorrere nel caso di problematiche quali l’edema polmonare acuto; la CPAP infatti riduce il lavoro respiratorio e migliora i parametri dell’ossigenazione.
È inoltre un presidio medico efficace nei pazienti con insufficienza respiratoria cronica; l’esempio classico è quello dei soggetti affetti da BPCO, la broncopneumopatia cronica ostruttiva; in questo caso la ventilazione a pressione positiva supporta la respirazione fornendo la giusta pressione inspiratoria ed espiratoria, migliora la ventilazione alveolare e riapre gli alveoli collassati.
La CPAP inoltre è utilizzata come supporto alla respirazioneanche nel post-operatorio dopo interventi chirurgici che interessano la zona addominale o quella toracica; gli studi infatti mostrano la sua efficacia nel ridurre le complicanze respiratorie post-chirurgiche.
CPAP e malattie muscolari
La CPAP viene utilizzata spesso anche nei soggetti affetti da malattie neuromuscolari quali la distrofia muscolare, la sclerosi multipla e la sclerosi laterale amiotrofica (SLA); con la riduzione della forza muscolare, infatti, si ha anche una diminuzione delle funzionalità respiratorie e non mancano i casi di malati in cui la ventilazione meccanica a pressione positiva è praticamente utilizzata per 24 ore al giorno o quasi.
Come si può notare, quindi, i dispositivi CPAP sono una soluzione versatile, non limitata soltanto al trattamento delle apnee notturne e la loro capacità di supportare la respirazione ha reso queste apparecchiature una delle soluzioni più efficaci e diffuse sia in ambito ospedaliero che domiciliare.