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Era uno degli ospiti più attesi della nuova puntata di Grand Hotel Chiambretti, il nuovo show con cui il conduttore piemontese è tornato sulle frequenze Mediaset: Christian De Sica, 64 anni portati alla grande, è apparso al solito in gran forma.

Durante un excursus sulla sua carriera e sul filone che lo ha reso celebre, il Cinepanettone, De Sica risponde a una questione sollevata da Chiambretti a proposito dell’abuso di parolacce di cui venivano tacciate le pellicole rappresentanti di quel genere: “Trovo molto più volgare, non so, un Gheddafi morente e insanguinato ripreso dalle telecamere, piuttosto che una parolaccia che scappa. Il dialetto è fatto anche di parolacce e il dialetto è anche un linguaggio del cinema: l’italiano si usa per i classici ma il dialetto va sempre bene.

Chiambretti poi, muovendosi sempre con disinvoltura da una tematica all’altra, chiede a De Sica se creda in un aldilà: “Ci credo e lo vedo con mio papà, a ridere di gusto. In Paradiso ci vedo alcuni italiani, altri no.

E a proposito di papà Vittorio, De Sica aggiunge: “L’ultima ora di mio padre a Parigi fu molto triste, fingevamo entrambi: lui di non essere malato, io di non saperlo. Mi disse:Mi raccomando, Christian, stai vicino alla mamma e alla famiglia. E poi guarda che bel sedere che ha quell’infermiera!”

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