“Il progetto su Pinocchio va avanti. Un progetto forse scellerato, ma che dovrei riuscire a realizzare l’anno prossimo”. Parla così Matteo Garrone, reduce dal successo di Dogman, pellicola eccellente che prende spunto dalla vicenda del canaro di Roma, per investigare i limiti dell’amore e dell’animo umano. Un film che descrive a pieno la visione oscura di un regista capace di confezionare pellicole di grande valore, senza ripetersi ma mantenendo un forte stile personale assolutamente distinguibile.
Ecco che Pinocchio, opera dai mille risvolti e vero scoglio capace di abbattere anche il più agguerrito dei registi, sembra essere il suo grande obiettivo, forse per fare onore a quel lavoro in cui violenza e buio fanno da padroni, rispetto alla versione diluita che viene proposta per il pubblico più giovane.
Dopo lo sfondone di Benigni, assolutamente dimenticabile, se non deprecabile, Garrone potrebbe quindi fare onore a quella favola dark che si può annoverare tra i capolavori della letteratura italiana.
“Non ho mai provato ad entrare al centro sperimentale. Una volta ho preso il bando, ma poi non ho fatto niente. Al cinema ci sono arrivato lavorando sul campo, ho fatto sia l’operatore che l’elettricista prima di fare il regista. Non ho mai avuto un buon rapporto con le scuole, una volta sono stato pure bocciato”. Continua Garrone.
“Per me stare dietro la macchina è un fatto del tutto naturale, è una cosa che vivo emotivamente”. Parole che arrivano da una colonna portante dell’attuale cinema italiano. da un regista che con grande umiltà riesce a dar vita a pellicole in grado di lasciare un segno profondo nello spettatore, senza inutili orpelli e tentativi di impressionare.
Garrone, a nostro avviso è ciò di cui il Cinema nostrano ha davvero bisogno, le sue qualità, la sua grande produttività e la capacità di confezionare film di grande potenza sono qualità che faranno valere la nostra produzione sia in patria che all’estero.