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Foto: Chad J. McNeeley, U.S. Navy

La mafia uccide solo d’estate“. È uno di quei titoli trasformati rapidamente in detti, ingurgitati e resi dalla stagione per antonomasia massime adatte a ogni situazione: chi è cresciuto nella Sicilia degli anni ’80 e ’90 sa cosa vuol dire. Poi c’è “L’estate non è una stagione, ma uno stato d’animo“: quegli afosi, oziosi e interminabili pomeriggi con 40 gradi all’ombra possono durare ben più di qualche ora. Lo diceva Jerry Calà in suo film di qualche anno fa, eppure è diventata anche questa una massima che ben si adatta all’estate: quando il sole è forte, la pelle si colora e le giornate si allungano, pare non possa succedere nulla di irreparabile. Ecco perché poco prima di un Ferragosto, la notte tra l’11 e il 12 agosto 2014, quando venimmo venimmo a sapere che Robin Williams se n’era andato, ci crollò letteralmente il mondo addosso.

Robin, congedatosi dalla vita l’11 agosto poco dopo aver scoperto l’orrore del Parkinson, lo volevano bene tutti. Intanto, perché era bravo. Non era bello e prestante, né la sua faccia era da simpatica canaglia, ma era semplicemente bravo. Una progressione implacabile la sua, nel cuore di milioni di persone. Il teatro e Mork & Mindy. Il Popeye di Robert Altman e il dj di Good morning, Vietnam!. Il professor Keating e il Peter Pan cresciuto di Spielberg. Il Theodore Roosevelt di Una notte al museo e il marito omosessuale di Boulevard, nelle sue due ultime, antitetiche ma commoventi, interpretazioni. Sarebbe impossibile, forse inutile, passare in rassegna la sfilza di memorabilia che un sognatore al servizio dei sognatori ha lasciato in eredità al pianeta Terra.

Era uno, nessuno e centomila, Robin Williams, passato su questo ammasso di acqua e polvere come l’alieno Mork, andatosene nel tantativo di non far rumore, desideroso di scomparire anziché morire. In questi giorni ricorre il 25mo anniversario dall’uscita negli Stati Uniti di Hook – Capitan Uncino, e fa inevitabilmente un certo effetto vedere i Bambini Sperduti (capitanati da Dante Basco nei panni di Rufio) senza il loro Peter. Che splendida reunion sarebbe stata.

Non ci sono prove scientifiche a supporto, ma due anni dopo l’addio di Robin Williams, la sensazione è che il mondo sia un po’ meno felice di prima.

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