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(Ri)portate alla vostra mente tutti i beniamini dell’infanzia: le Tartarughe Ninja, Lady Oscar, Cenerentola, il principe Filippo, Holly e Benji, la vecchietta Minù e chi più ne ha più ne metta. Ora catapultate tutti nella Roma di oggi, alle prese col traffico del G.R.A. e tutto il resto, immaginando che ognuno di loro parli solo e soltanto un dialetto: il romano. Ci riuscite? Se vi risulta difficile anche solo provarci vi può aiutare “Cartoni animati alla Romana“, un pagina Facebook che in poco tempo ha raggiunto oltre 105mila likes trasformando le vignette dei cartoni più famosi in parodie made in Roma. D’altronde, quale altro dialetto saprebbe esprimere determinati concetti in modo schietto e simpatico?

Curiosi di scoprire come è nata questa pagina e il perché del suo grande successo? Ce lo raccontano i quattro giovani amministratori di “Cartoni animati alla Romana” in quest’intervista rilasciata a Blog di Cultura.

E se i cartoni animati parlassero in romano? (INTERVISTA)

Allora, chi si nasconde dietro la pagina? Presentatevi ai nostri lettori.

Ciao a tutti i lettori di Blog di Cultura. Siamo quattro trentenni di Roma: Andrea, Cristina, Simone e Valerio, gli amministratori e ideatori della pagina Facebook “Cartoni animati alla Romana“.

Come e quando è nata l’idea di creare questa pagina, amalgamando alla perfezione i cartoni animati con un dialetto schietto come quello romano?

L’idea è nata durante una cena fatta a Trastevere, tra un bicchiere di vino e una carbonara. Nel bel mezzo della serata ci sono tornati alla mente i meravigliosi anni ’80 e i vari cartoni che hanno accompagnato la nostra infanzia. Così abbiamo pensato di portare i nostri ricordi su Facebook per poterli condividere con gli altri, ma abbiamo voluto associare ai nostri tanto amati cartoni animati il dialetto romanesco.

E se i cartoni animati parlassero in romano? (INTERVISTA)

In poco tempo le vostre vignette sono diventate virali. Qual è il vostro segreto? Vi aspettavate un simile successo?

Il successo ottenuto è stato del tutto inaspettato, visto che ci abbiamo messo davvero poco per raggiungere i primi 30mila fans; siamo poi cresciuti sempre di più fino ad arrivare, oggi, a quota 105mila. Crediamo che il merito alla base di tutto sia la nostra spontaneità, ovviamente associata al dialetto romano e ai quotidiani luoghi comuni.

Come vi vengono le idee per creare le vignette?

Ci basta semplicemente guardare la foto del cartone animato scelto, per poi improvvisare la battuta; così facendo è come se volessimo riportare il personaggio ai giorni nostri. Solitamente il cartone si presta molto bene nella quotidianità odierna con le più varie espressioni, le posture e gli atteggiamenti che ci aiutano a pensare alla battuta nel migliore dei modi. E poi, diciamola tutta: il dialetto romano, se usato nel modo giusto, è oggetto di simpatia.

Vi è mai capitato di dover “tradurre” le didascalie a dei seguaci che non comprendono il romano?

Sì. Un giorno abbiamo messo una foto di Jem sul palco con un leggero fumogeno che faceva da scenografia e all’interno della vignetta abbiamo usato la parola “scorato“- passateci il termine- che in italiano sarebbe “flatulenza” (diciamo così). Molto non conoscevano il corretto significato di questo vocabolo prettamente dialettale, così ci siamo ritrovati a spiegarlo.

E se i cartoni animati parlassero in romano? (INTERVISTA)

Qual è il cartone animato a cui siete più affezionati? C’è un personaggio che non avete ancora romanizzato ma che a breve troveremo sulla vostra pagina?

Per noi ragazzi è sicuramente Holly e Benji, dove le partite di calcio non finivano mai, Cristina ricorda invece con nostalgia L’incantevole Creamy e Georgie. Per quanto riguarda i personaggi da romanizzare non abbiamo ancora scelto di fare quelli dei cartoni animati moderni, ma è probabile che prima o poi ci verrà l’ispirazione anche per loro.

Ci fate un saluto in romano?

La nostra Biancaneve saluta con “ciaone”, noi maschietti con “bella pè voi”.

Grazie agli admin di “Cartoni animati alla Romana“, da Blog di Cultura.

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