Il termine ‘curvy’ è suo. Elisa D’Ospina, classe 1983, è la portabandiera di una battaglia in difesa della bellezza femminile nelle sue molteplici forme sin dal 2008. Opinionista tv, Elisa nel 2014 ha esordito come scrittrice con il libro autobiografico “Una vita tutta curve”, dando sfogo alla sua passione per la scrittura condita con il forte impegno sociale che la identifica da anni. Fermamente contro gli stereotipi, Elisa ha preso parte alla giuria tecnica di Miss Italia per il terzo anno consecutivo, aprendo le porte del concorso per la prima volta alle ragazze “over taglia 42”.
Decisa, sensibile, tenace: tre aggettivi per definirla. La conosciamo meglio in questa intervista concessa in esclusiva.
Sei stata per la terza edizione consecutiva giudice tecnico a Miss Italia 2014. Come sono cambiate le Miss in gara in questi tre anni che ti hanno vista protagonista? C’è un’evoluzione nella “bellezza tipo” che piace?
Elisa: “Le ragazze rispecchiano la società di oggi. Ci sono ragazze interessate al concorso fine a se stesso e che non hanno ambizioni; chi invece lo considera un trampolino di lancio; chi ha provato ed è arrivata alla fine ma non ha le idee chiare. Tra tutte c’è sempre la più sveglia, la più simpatica, ecc. Non tutte si interessano ai media, ma non tutte sono tecniche di laboratorio chimico, per esempio. Diverse attitudini e personalità rappresentate insieme. Questo è il bello di Miss Italia”.
Quest’anno porte aperte alle curvy, ma in realtà si sono viste delle soft-curvy. Perché? Troppa scrematura in fase selettiva oppure sono state le stesse ragazze a non presentarsi?
Elisa: “Non lo so. L’anno scorso quando abbiamo fatto i cast ad hoc per il mondo curvy si sono presentate diverse ragazze e le ho portate avanti per rappresentare a 360° questa realtà. Adesso non posso dire se sono stati gli agenti regionali o non si sono presentate loro. Una ragazza con qualche forma in più è anche vero che va incoraggiata un po’ di più rispetto ad una ragazza più filiforme. Con Patrizia Mirigliani lavoreremo insieme su questo aspetto in vista del prossimo concorso. Tuttavia, sono contenta per com’è andata quest’anno. Nonostante ci siano state delle soft-curvy, Sara Affi Fella, la ragazza premiata, ha capito bene il messaggio di accettazione. Nonostante non sia una 50, ma una bellissima 42-44, quello che conta è la testa, il volersi bene, il rapporto con il cibo, non la taglia”.
Sulla polemica sollevatasi in merito al commento di Belen Rodriguez su Instagram contro una ragazza che avrebbe criticato il suo vestito al matrimonio di Elisabetta Canalis – “Hey super bambolotta! Ti rode? Lo vuoi questo abito? Mi spiace ma non ti si chiude la zip!” – tu sei intervenuta, rispondendo a Belen, che si è poi difesa dicendo che non conosceva l’aspetto fisico della ragazza e non voleva offendere nessuno. Come interpreti l’accaduto?
Elisa: “Belen mi piace moltissimo e bellezza e talento fanno parte del suo essere. Il fatto che sia molto esposta e criticata non le da il permesso di consentirsi determinate leggerezze. Lei purtroppo è attaccata sotto ogni punto di vista, ma come personaggio pubblico con la responsabilità sociale che ha, non mi è piaciuta la leggerezza di certe affermazioni – per quanto si sia giustificata – perché come sempre sotto l’occhio del ciclone c’è una certa fisicità e purtroppo è un luogo comune che quando non si sa a cosa attaccarsi, ci si attacca all’aspetto fisico delle persone. Oggi c’è da lavorare sul nostro linguaggio. Bisogna fare attenzione sulle discriminazioni fisiche, anche nel caso di attacchi e momenti di sfogo”.
Vince nuovamente una siciliana. Casualità o le siciliane incarnano un prototipo di bellezza rappresentativo della bellezza italiana moderna più delle altre?
Elisa: “Casualità. E’ anche vero che hanno vinto tre miss siciliane molto diverse. La Miss dello scorso anno, Giulia Arena, era una ragazza già pronta per lo spettacolo, come parlantina e modo di fare. La Miss di quest’anno è evidentemente bellissima, come tutte le 24 che sono arrivate in finale, e rappresenta un prototipo di bellezza mediterranea che negli ultimi anni era mancato. Per due anni di fila hanno vinto due bionde con gli occhi chiari, quindi adesso un po’ di colore mediterraneo ci voleva. Ricordiamoci, comunque, che c’è il televoto: probabilmente il calore del Sud si fa sentire un po’ di più”.
Molti volevano la vittoria di Giulia Salemi
Elisa: “Giulia ci ha colpito subito per la bellezza particolare, però poi in gara subentrano altri fattori. Comunque è arrivata terza”.
Conduci una rubrica dedicata alle ragazze, soprattutto curvy, a Detto Fatto, la trasmissione condotta da Caterina Balivo. Di curvy ormai si parla sui giornali, in tv, nei libri, anche nel tuo Una vita a tutte curve. Sta cambiando il prototipo di bellezza femminile? Si stanno sdoganando modelli di bellezza più “umani” o siamo ancora lontani dall’ideale?
Elisa: “No. Nel 2008 sono stata la prima a portare questo termine in Italia e a portare avanti delle battaglie contro tutto e tutti. Oggi se ne parla, ma spesso male. Per curvy si intende una ragazza dalla taglia 42 alla 60. Sbagliato. Non esiste un prototipo. Altrimenti questi anni di battaglia significa che non sono serviti a niente. Stiamo cercando di far rappresentare a livello mediatico il genere femminile, non solo curvy, ma alto, magro, rosso, biondo, ecc. Le donne sono molteplici e con diverse fisicità. Questo è quello che porto anche in trasmissione, rappresentando le donne a 360°. Noi parliamo a tutte le donne, perché i complessi li ha sia chi ha qualche chilo in più, sia chi ne ha qualcuno in meno”.
Ci sono delle situazioni disperate che talvolta ti vengono raccontate e che denotano una sofferenza nelle ragazze che si sentono fuori contesto e troppo lontane dai canoni estetici imposti dalla moda e dallo spettacolo? Dalle lettere che ti arrivano via facebook o sul tuo blog, quale fino ad oggi ti ha sconvolto di più?
Elisa: “Soprattutto dalle ragazze vittime di violenza familiare o che hanno vissuto disturbi alimentari. Sono le storie più forti che raccontano sofferenze e anni vissuti nel buio a combattere con questi mostri. Ma sono tutte storie finite bene, perché hanno reagito”.
C’è qualcuna che ancora oggi ti ringrazia per il tuo aiuto?
Elisa: “Più di qualcuna. Si legge anche nei commenti che mi lasciano su Instagram. Il merito però è loro perché hanno reagito”.
Com’è iniziato tutto? Racconti che un’agenzia di moda ti rifiutò a 15 anni e poi arrivò la svolta quando ti chiamarono per rappresentare le taglie forti. Se non fosse andata così oggi chi saresti?
Elisa: “Oggi scriverei, come faccio già. Mi sarei dedicata a 360° al mondo del giornalismo”.
Perché ragazze curvy ancora non se ne vedono sul bancone di Striscia La Notizia, e nei principali ruoli televisivi, dalla figura della showgirl alla conduzione? Cosa impedisce che si abbia uguale opportunità e visibilità nello spettacolo per chi sfora la taglia 44?
Elisa: “C’è poca tenacia. Io sono l’esempio di una che con la sua 48 sta in televisione. Domani, perché no, si potrà avere una ragazza con una taglia in più che balla e vuole trasmettere la sua passione e arte in tv. E’ anche vero che rimangono ancora degli stereotipi, ma la Clerici, la Laurito, Monica Bellucci, non sono figure filiformi. Se andiamo a scavare, ci sono sempre state in tv donne formose”.
Quando condurrai un programma tutto tuo? Se potessi esprimere una preferenza in merito, quale programma riterresti perfetto per te, un talk show sullo stile di Verissimo, un talent o un cooking show?
Elisa: “Da un lato, il talent mi piace perché mette in luce i ragazzi che ci vogliono provare. Dar luce a loro mi piacerebbe tantissimo. Dall’altro, Verissimo mi piacerebbe anche, però con più dibattito, con pubblico in studio – in stile Forum – e tanto dialogo”.
Hai mai pensato al Cinema?
Elisa: “Ho fatto recitazione per tre anni, ma non l’ho mai approfondita. Diamo spazio a chi ha quel talento”.
Che programmi hai per il futuro?
Elisa: “Quest’anno conduco questa nuova rubrica su Detto Fatto. Da qualche mese ho iniziato a collaborare con Il Fatto Quotidiano dove mi occupo di Moda e il mondo femminile”.