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Ph.: Photoengine

É il volto storico, insieme ad Ezio Greggio, di Striscia la Notizia, ma non solo. Enzo Iacchetti è principalmente uomo di teatro, che frequenta da oltre trent’anni. Proprio in questi giorni ha esordito a Roma, al teatro Lo Spazio, lo spettacolo Come Erika e Omar (É tutto uno show), di cui Iacchetti è regista: una storia che funge da rappresentazione per il sensazionalismo mediatico protagonista della tv italiana.

In un’intervista esclusiva per Blog di Cultura, l’attor e volto noto di Striscia parla di ciò che lo ha spinto a firmare la regia di uno show così coraggioso e per certi controverso, toccando anche il tasto del rapporto tra televisione e pubblico.

– Il tuo spettacolo, Come Erika e Omar (É tutto uno show), è stato anticipato da dure critiche sul web, da parte di gente che, come tu stesso hai detto, si è fermata solo alla prima parte del titolo.

Enzo: “Le critiche da parte di chi lo spettacolo lo ha visto, nonostante lo scetticismo iniziale, sono state molto soddisfacenti. Quelle negative invece provengono da parte di persone bigotte, che leggendo il titolo immaginano che io voglia rispolverare quei tragici fatti. L’opera si chiama Come Erika e Omar, non è pertanto l’emulazione della loro tragedia. Al massimo, il musical accenna al disagio familiare che la protagonista di quell’evento ha vissuto. Semmai il musical è una satira feroce contro la spettacolarizzazione da parte della televisione, a cui assistiamo non appena si verificano questi drammatici fatti: potevo prendere come esempio anche il caso di Avetrana, il delitto di Cogne o il giallo di Melania Rea. La scelta è ricaduta sulla tragedia di Novi Ligure perché, all’epoca degli avvenimenti, l’autore dei testi (Tobia Rossi, ndr) abitava proprio lì ed era rimasto colpito dall’incredibile risonanza mediatica che il paese, in precedenza ignoto ai più, ha avuto.”

Dato che a breve verranno ritrasmesse le puntate più significative del Maurizio Costanzo Show (che ha lanciato Enzo Iacchetti nel ’90) credi che questa superficialità si sia presentata anche nei giudizi sprezzanti del pubblico nei confronti di Costanzo?

Enzo: “Da innovatore, ed inventore del talk-show, Costanzo è sempre stato un personaggio corteggiato e scomodo. Anche se nel nostro ambiente la riconoscenza non esiste, personalmente io, oltre al solido rapporto professionale che ci unisce (è stato lui a scoprirmi) stimo Maurizio perchè con lui c’è una vera amicizia.
Gli italiani, da beoni, assorbono come spugne il peggio che la televisione gli propina.”

A proposito di televisione, il nostro cinema comico oggi attinge tantissimo agli show del piccolo schermo o ad internet, col successo dei vari youtuber: cosa pensi della comicità attuale italiana che vediamo nelle sale?

Enzo: “Trovandoci in questo momento storico, credo che in realtà la gente eluda le storie tristi. Non ho nulla contro il cinema comico attuale, chi lo produce non mi chiama forse pensando che non sia adatto a questo tipo di comicità promossa. Mi piacerebbe rivedere sul grande schermo, un po’ come fu per il neo-realismo, delle belle storie che vadano oltre la superficialità. In questo modo, invece, facciamo il gioco di chi vuole approfittare di questa ignoranza culturale che si viene a creare.”

Sei notoriamente un grande tifoso dell’Inter: un pensiero a proposito della squadra e dei primi mesi della gestione Thohir?

Enzo: “Beh, dal suo arrivo finora non è cambiato niente. A parte l’acquisto di Hernanes, che ha giocato una partita discreta su dieci, c’è stato il nulla. Fosse davvero ricco, Thohir metterebbe davvero le mani sul mercato. Mi sembra più un’operazione salva-Moratti che salva-Inter.”

La gallery con alcune foto di scena dello spettacolo Come Erika e Omar (É tutto uno show), rappresentato al Teatro Lo Spazio di Roma, dal 6 maggio al 1° giugno.

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