Lo scrittore e poeta italiano Erri De Luca ha dichiarato sul suo profilo social di Twitter di aver scoperto notizie false ed imprecisioni sulla pagina che Wikipedia ha dedicato alla sua biografia.
Scopro pagina di Wikipedia a mio nome piratata di recente con notizie false e varie imprecisioni: manovre losche.
— Erri De Luca (@Erriders) May 17, 2015
Il tweet è diventato subito motivo di polemica tra i fan dello scrittore. Numerosi sono coloro che lo difendono dalle accuse e dall’ingiusto processo. Nei commenti al tweet si alternano chi crede fermamente nell’operato e nei messaggi di Erri De Luca, chi lo segue da sempre e lo sostiene da più di un anno, partecipando attivamente per riabilitare il suo nome e chi, invece, ritiene che spesso le accuse e le calunnie sono meritate. Lo scrittore napoletano è stato rinviato a giudizio per istigazione a delinquere, dopo aver rilasciato alcune dichiarazioni su diverse testate giornalistiche contro il progetto di costruzione della linea ferroviaria TAV, essendo membro attivo nel movimento No TAV in Val di Susa.
Il 5 giugno 2014 si svolgeva a Torino l’udienza preliminare del processo. L’accusa e la notizia del provvedimento giudiziario hanno portato De Luca a commentare: “Da scrittore, essere denunciato per aver espresso pubblicamente le mie convinzioni, rappresenta un riconoscimento, una sorta di premio letterario. Si tratta di un procedimento che ribadisce la giustezza delle mie convinzioni”.
La Procura di Torino accusava coloro che esprimono condivisione e solidarietà nei confronti della popolazione della Val di Susa, che combatte e resiste da tempo contro l’ennesima operazione di devastazione del territorio. Alcuni hanno parlato di reato di opinione e di libertà di pensiero.
Molti ricorderanno che poco dopo il rinvio, Erri De Luca pubblicava sul suo profilo Facebook un post, non ritirando le sue dichiarazioni ma difendendo il suo pensare ed agire, precisando la sua posizione: «Mi metteranno sul banco degli imputati e ci saprò stare. Vogliono censurare penalmente la libertà di parola. Processarne uno per scoraggiarne cento: questa tecnica che si applica a me vuole ammutolire. È un silenziatore e va disarmato. Non ho mai fatto l’esaltazione del sabotaggio. Ho semplicemente detto che quell’opera in Val di Susa va sabotata per diverse ragioni che tutti conoscono bene…».
Il poeta a distanza di mesi continua a difendere il diritto d’opinione e la libertà di parola, sostenendo i No Tav. Per sostenere lo scrittore sul territorio campano, in particolar modo napoletano, sono nate numerose associazioni a difesa della libertà di pensiero e numerosi tra gli amici e i sostenitori sono coloro che hanno creato una pagina internet dal titolo “iostoconerri”, per dimostrate affetto, condivisione e solidarietà.
“Nata spontaneamente l’idea “iostoconerri” ha già dato prova concreta che l’incriminazione non mi ha isolato, anzi ha istigato il risultato opposto. Sì, anche i pubblici ministeri nel mio caso possono istigare, a loro insaputa. Molte persone hanno sottoscritto “iostoconerri”. E io con chi sto? Io sto con tutti loro e con la Val di Susa. Questo processo contro di me è appendice di innumerevoli processi al popolo della vallata.”
A poche ore dal processo per coloro che lo appoggiano la verità è soltanto una: “Con la minaccia dell’azione penale si vuole impedire il diritto alla libera espressione del dissenso e della disobbedienza civile. Le idee e le parole, anche se disobbedienti, non possono essere processate. Liberiamo le parole.”