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Eva Longoria (classe 1975), è stata ospite del «Filming Italy Sardegna Festival» diretto da Tiziana Rocca.

La Longoria passa dall’altro lato della cinepresa e sembra avere le idee molto chiare.

«I movimenti del “MeToo” e di “Time’s up” sono importanti e hanno permesso il raggiungimento di tanti obiettivi. Però c’è ancora molto da fare. Spero soprattutto che cresca l’abitudine di collegare quel tipo di mobilitazioni per la parità tra i generi non solo al mondo dello spettacolo, ma anche a tutti gli altri ambiti lavorativi. Il patriarcato esiste ancora, il caso Weinstein ha aumentato il livello della coscienza femminile e ha portato finalmente alla luce cose che tutti sapevano. Noi donne abbiamo saputo trasformare il dolore in potere, cambiando il flusso della comunicazione a livello globale, sono stati creati organismi che si occupano di offrire sostegno alle persone che denunciano molestie, ma bisogna continuare a lottare, ci vuole tempo». Spiega in occasione dell’evento.

La Longoria è produttrice e regista di «Grand Hotel» serie che andrà in onda nel corso dell’estate su FoxLife.

Adesso è il turno del film: «24-7».

Eccola che commenta la sua prima esperienza con un lungometraggio:
Mi interessa «soprattutto la possibilità del controllo sul prodotto finale, cosa che, quando sono solo attrice, so di non poter avere. Attraverso la regia il mio potenziale può esprimersi completamente e mi pare che questo mestiere mi si addica. “24-7” è un debutto, ma anche il frutto di tanti anni di esperienza nelle serie tv».

Poi i dettagli sulla trama:
«Recito con Kerry Washington, si tratta di una commedia ambientata in un luogo di lavoro dove un gruppo di impiegate si misura con colleghi uomini. Proviamo a esplorare la situazione delle donne dopo il “Time’s up”, dimostrando che, dopo tutto quello che è successo, le cose non sono poi così cambiate».

Eva Longoria è diventata famosa per il suo ruolo nella serie cult: «Desperate Housewives». 

Nel corso dell’intervista spiega quanto valga la serie per lei:
«Tantissimo. Sono stati dieci anni fondamentali della mia vita, è stato molto divertente interpretare quel personaggio, anche perchè è completamente diverso da me. Abbiamo dimostrato che le vicende di quattro donne potevano provocare un interesse e un successo mondiali, una serie amata dal pubblico delle più diverse parti del globo, cosa che accade di rado. Di quell’epoca mi manca la sorellanza con le mie colleghe, l’andare sul set tutti i giorni, l’opportunità di rendere al meglio le varie sfaccettature della personalità di Gabrielle».

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