Fedez, il rapper e giudice di X-Factor, torna a criticare Barbara d’Urso. In una intervista rilasciata per il settimanale Chi, Fedez, ribadisce il suo pensiero – più volte espresso – contro la conduttrice di pomeriggio cinque:
“Nelle mie canzoni non attacco l’individuo, ma l’istituzione e quello che rappresenta. Anche se la d’Urso si è offesa devo dire che fa il suo lavoro ed è giusto che lo faccia. Se lei fa quel tipo di giornalismo, che per me non è giornalismo, anzi non è niente vuol dire che c’è una domanda. Ma lei rappresenta quella cosa.”
Questa dichiarazione non arriva di certo come un fulmine a ciel sereno; tutto iniziò con la pubblicazione del suo ultimo brano Non c’è due senza trash, in cui, Fedez, attacca in generale un certo tipo di “tv spazzatura” e più nello specifico Barbara d’Urso (che viene citata tre volte).
In seguito a questa canzone, si sono succedute varie dichiarazioni rilasciate ad Oggi sempre contro la giornalista napoletana:
“Non andrei mai dalla d’Urso a fare l’opinionista che dice la sua sull’omicidio di una ragazzina, non andrei mai a parlare di quanto sono belli i miei capelli o come i pori della mia pelle siano splendenti. Io vado a cantare, raccontare quello che è il mio mondo.”
Poche ore più tardi, nel programma radiofonico di Selvaggia Lucarelli (che, ricordiamolo, venne querelata dalla d’Urso), corregge il tiro e fa una apparente retromarcia:
“Voglio chiarire. Il mondo delle interviste è un mondo in cui spesso si cerca di plasmare le dichiarazioni e fare lo scoop. Io questa cosa l’ho detta quando la giornalista è entrata in ufficio, ma non la consideravo parte dell’intervista. Ho scritto un nuovo singolo, “Non c’è due senza trash” su questo tipo di giornalismo. Non volevo insultare la D’Urso.”
Chiudiamo, infine, facendo una breve segnalazione riguardo le ultime polemiche sul caso dei deputati PD, i quali hanno chiesto, a gran voce, l’esclusione del rapper dal talent show di Sky per aver firmato l’inno del Movimento 5 Stelle. Su questo, Fedez dichiara:
“La mia musica è analisi e satira sociale. Mi ispira il buon senso. Mi hanno attaccato persino in Parlamento perché ho scritto l’inno del Movimento 5 Stelle. Ma io non faccio scelte ‘furbe’. Se mi fossi schierato con Renzi non si sarebbe alzato questo polverone. Nessuno ha detto niente a Jovanotti quando lo ha fatto, ma se io mi espongo per il Movimento vengo accusato di vilipendio. Renzi sembra rappresentare il nuovo, ma in realtà, rappresenta l’ideologia democristiana che di nuovo non ha nulla.”