C’è chi lo farà dicendo ‘meno mimose, più diritti‘. C’è chi lo farà condividendo la bufala del rogo della fabbrica Cotton del 1908. Poi ci siamo noi, che sentiamo il bisogno di ripercorrere la maniera in cui, nella sua storia, il cinema ha tratteggiato la meraviglia del creato, la donna.
Lo facciamo elencando dieci tipi, che non vogliono essere uno stereotipo, semmai un canone, di donna sul grande schermo, cercando di sottolineare tutte le sfaccettature possibili. Dino Risi disse che il cinema era ‘una donna nuda e un uomo con la pistola‘: non sappiamo se oggi queste parole suonino anacronistiche, se non sessiste, fatto sta che poche altre citazioni rendono l’essenza della settima arte.
L’icona
(Audrey Hepburn – Colazione da Tiffany)
Citata da tutti, è stata immagine del profilo anche di donzelle che hanno l’eleganza di un capo ultras: anche questo è il potere di Audrey Hepburn, specie della Audrey di Breakfast at Tiffany’s (1961).
Il sogno erotico
(Sophia Loren – Ieri, oggi, domani)
Prima che arrivassero le varie Edwige Fenech, Gloria Guida e Barbara Bouchet, l’archetipo dell’erotismo cinematografico dell’italiano aveva corpo e volto della signora Scicolone di Ieri, oggi, domani, capolavoro di De Sica del ’63, dove il duetto Loren/Mastroianni, diviso in tre capitoli, fa letteralmente la storia.
La dea
(Catherine Deneuve – Bella di giorno)
Se ancora oggi Belle de jour è uno dei soprannomi che accompagnano la Deneuve, all’epoca 24enne, basta guardare un fotogramma dell’opera di Buñuel del ’67.
La roccia
(Julia Roberts – Erin Brockovich)
Una Roberts in stato di grazia regge sulle spalle una storia vera, che le frutta l’Oscar come miglior attrice.
La campionessa
(Hilary Swank – Million Dollar Baby)
Fare a pugni col mondo, per riscattarsi da una vita che la voleva spazzatura bianca, l’incontro con un nuovo, vero, padre, e tante lacrime. Altro giro, altro Oscar, il secondo per la Swank.
La nevrotica
(Diane Keaton – Io e Annie)
“Amore è un termine troppo debole. Ecco, io ti straamo, ti adamo, ti abramo!“. Di freddure, Allen ce ne regala al solito a frotte, ma la sua Annie fa innamorare tutti, non solo lui. Oscar, manco a dirlo, a Diane Keaton.
La mattacchiona
(Whoopi Goldberg – Sister Act)
Così come è impossibile non innamorarsi dell’energia straripante di Whoopi, che ogni Natale, puntualmente, arriva nelle nostre case, in tv.
La donna del boss
(Michelle Pfeiffer – Scarface)
Troppo bella per restarsene buoni, troppo fragile per farla innamorare: la meravigliosa Elvira diventa – e resterà per sempre – ossessione per Al Pacino/Tony Montana, dopo che questi l’ha soffiata al proprio ex boss.
La psicopatica
(Kathy Bates – Misery non deve morire)
Cosa succede se il tuo scrittore preferito capita moribondo sul tuo letto? Lo accudisci, certo, ma se vuole uccidere Misery cominci anche a torturarlo. Non fa una grinza.
Occorre ricordare l’Oscar (strameritato) alla Bates?
La vendicativa
(Rosamund Pike – Gone Girl)
È uscito da troppo poco tempo per rischiare lo spoiler, ma basterà dire che la Amazing Amy interpretata da Rosamund Pike è una sorpresa dietro l’altra: le donne sono meravigliose, non facciamole arrabbiare.