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Puglia: in una lussuosa barca, concessa dall’ex marito, Naomi, una donna giapponese dal passato burrascoso, attende il figlio Ken per poter passare con lui gli ultimi quattro giorni insieme prima del totale affidamento all’ex marito. La donna, sorvegliata nella barca dall’equipaggio, viste le voci sul suo passato, avrà solo questi giorni per costruire un rapporto con il piccolo Ken, per far si che, nonostante l’assenza forzata, il bambino avrà qualcosa di lei per sempre. Questa è, in breve, la trama di Last Summer, film d’esordio di Leonardo Guerra Seràgnoli, presentato a Roma nella sezione Prospettive Italia.

Festival Del Cinema Di Roma, la recensione di Last Summer

Il regista, nonostante sia alla prima esperienza al cinema, sembra che sia un veterano del mestiere. Le scelte stilistiche di ripresa riescono a rendere perfettamente tutte le emozioni e le sensazioni del film, i vari stati mentali della protagonista, interpretata da una splendida Rinko Kikuchi.

Festival Del Cinema Di Roma, la recensione di Last Summer

L’attrice è davvero una leonessa durante l’intero film: la sua espressività è quella delle dive del passato. E’ perfetta nel ruolo di Naomi, una donna di classe che soffre per il rapporto del tutto assente con il figlio, una donna che ha perso tutto, dallo sguardo assente, che si illumina solo quando vede il piccolo Ken, la sua ancora di salvataggio, un sorriso che le resta anche quando il figlio ha un atteggiamento d’indifferenza nei suoi confronti: è lui il punto da cui ripartire.

Festival Del Cinema Di Roma, la recensione di Last Summer

C’è un modo di fare cinema molto moderno, ma, allo stesso tempo, il rapporto madre-figlio viene raccontato nei suoi aspetti più primordiali. Alcune scene, come la preparazione della cena o, soprattutto, la scena dello spazzolino, sembrano delle fotografie meravigliose di questa sofferenza e di questo amore.

La fine è emozionante, senza, però, cadere nel banale: non c’è la classica americana che tutti si aspetterebbero in un film del genere.

Festival Del Cinema Di Roma, la recensione di Last Summer

Menzione d’onore ai costumisti: gli abiti di Naomi erano perfetti, soprattutto la scelta del bianco e il nero, rispettivamente nell’arrivo e nella partenza, mescolati con il blu del mare, che contrastano con i due opposti stati d’animo, come se volesse rappresentare il dualismo tra l’aspetto esteriore e l’aspetto interiore.

Last Summer, in conclusione, è un film intenso, diverso dai tanti, che merita di esser visto e capito.

Voto: 8 +

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