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Era uno dei titoli di punta della decima edizione del Festival del Cinema di Roma, visto l’appeal di cui gode il regista del film, Robert Zemeckis, colui che ha portato al cinema cult come Ritorno al Futuro, Chi ha incastrato Roger Rabbit e Forrest Gump, e una storia di notevole impatto, già protagonista di un documentario, Man On Wire, Premio Oscar nel 2009, e non ha deluso le aspettative.
The Walk, presentato questa mattina alla stampa italiana, ha, infatti, conquistato tutti, grazie ad uno splendido alternarsi di realtà e sogno cinematografico, di emozioni e follia.

Festival del Cinema di Roma, il vertiginoso The Walk conquista la capitale

Il film, basato sull’opera autobiografica To Reach The Clouds, narra delle vicende di Philippe Petit, il funambolo francese che, dopo aver assorbito gli insegnamenti del maestro Papa Rudy e dopo aver digerito insuccessi, ha sfidato, con l’aiuto di amici provenienti da ogni parte del mondo, il 7 Agosto 1974, il giorno prima delle dimissioni di Nixon, la gravità e il vuoto camminando su una fune d’acciaio tesa tra le Torri Gemelle, all’epoca ancora in fase di costruzione.

Festival del Cinema di Roma, il vertiginoso The Walk conquista la capitale

La storia di Philippe è un qualcosa che merita di esser raccontato e amato, non per la spettacolarità della sua impresa, ma per la sua perseveranza, la sua ambizione, per la passione insita in ogni fase del suo progetto. Si potrebbe pensare che il film sia racchiuso nella semplice traversata della fune, nel momento che, visivamente, è senza ombra di dubbio il più ricco di pathos, ma tutte le sensazioni sorte nel momento clou sono solo il frutto di ciò che viene narrato in precedenza.

Festival del Cinema di Roma, il vertiginoso The Walk conquista la capitale

Grazie ad un’impostazione quasi favolistica (il film è interamente narrato dallo stesso Petit, ovvero Joseph Gordon-Levitt), Zemeckis riesce nell’intento di creare un legame tra il protagonista e lo spettatore così forte da fargli vivere pienamente le emozioni di Petit, le sue ansie, le sue paure.
Lo spettatore, inoltre, riesce ad essere sempre attento e presente grazie ad uno script incalzante, privo di punti morti e mai banale, totalmente diverso da qualsiasi altro film biografico, e ad un lavoro di regia perfetto.

Robert-Zemekis-The-Walk

Il visionario cineasta non delude e con un divino lavoro di inquadrature e profondità, riesce nell’impresa di “far balzare” gli spettatori all’interno dello schermo. Il riconoscimento maggiore, però, deve esser fatto per un uso magistrale della terza dimensione, raramente utilizzata in modo così superbo, non solo al fine di impressionare visivamente ma anche per dare ancor più coerenza e dignità al film, facendo vivere il film allo spettatore pienamente, come se fosse anche lui in piedi su quella fune, tra l’ansia e la meraviglia.

Festival del Cinema di Roma, il vertiginoso The Walk conquista la capitale

Infine, da applausi è la splendida prova di Joseph Gordon-Levitt, che veste perfettamente i panni di Petit, riempendo il film di ulteriore credibilità. L’attore non interpreta solo il personaggio alla perfezione, lo vive, fisicamente e mentalmente. E’, personalmente, l’acuto più elevato di un’ottima carriera, che potrebbe portare anche grandi soddisfazioni durante la stagione dei premi.

Con The Walk, dunque, Zemeckis fa pieno centro, regalando ancora una volta al pubblico un viaggio tra illusione e realtà, tra verità e magia. Un film che merita di esser visto, non solo per la bellezza visiva, ma per la forza narrativa ed emotiva di una storia, di una grande impresa che è solo il frutto di un grande uomo.

VOTO: 9

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