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Ho paura“: questo il lapidario messaggio scritto su un biglietto da Francesco Nuti e mostrato ad Antonio Sangermano, sostituto procuratore della procura di Prato, durante un interrogatorio. Le indagini, tutt’ora in corso, hanno l’obiettivo di fare chiarezza sui maltrattamenti subiti dall’attore e regista toscano, costretto sulla sedia a rotelle da un grave incidente domestico avvenuto nel 2006, da parte del badante che lo assisteva, un uomo georgiano.

Le vessazioni subite da Nuti, nato a Prato nel 1955, sono state rivelate da un ragazzo africano, che tra dicembre e gennaio aveva sostituito il badante. A denunciare il fatto, andato avanti per oltre un anno, sono stati il fratello del regista, Giovanni, e la nipote, Margherita. Il GIP ha predisposto l’immediato allontanamento dall’abitazione di Nuti dell’uomo georgiano.

Il dramma umano di Francesco Nuti ha inizio tra la fine degli anni ’90 e l’inizio dei 2000, dopo il flop ai botteghini dei suoi ultimi tre film: Il signor Quindicipalle (1998), Io amo Andrea (2000) e Caruso, zero in condotta (2001). A quel periodo risalgono i problemi di alcolismo e l’apparizione dello spettro della depressione. Proprio quando era in procinto di tornare sulle scene, nel 2006 (anno della famosa intervista a Radio 24 con Giuseppe Cruciani) Nuti rimane vittima di un gravissimo incidente domestico, precipitato dalle scale della propria abitazione.

Dal giorno dell’incidente, Nuti non proferisce parola ed è costretto sulla sedia a rotelle.

Ecco invece Francesco Nuti nell’ultima apparizione pubblica, al Sorridendo Film Festival 2015, rassegna condotta da Claudio Lippi.

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