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É morto oggi a Roma Francesco Rosi, regista di alcuni tra i capolavori del cinema italiano di impronta sociale, come ‘Le mani sulla città‘, ‘Salvatore Giuliano‘ e ‘Cadaveri eccellenti‘. Rosi, scomparso all’età di 92 anni, era nato nel 1922 a Napoli, dove aveva vissuto fino agli anni ’40.

L’autore partenopeo aveva esordito da regista nel 1956, firmando la co-regia (insieme a Vittorio Gassman) di Kean – Genio e sregolatezza. Il debutto in solitario avviene due anni dopo, con La sfida.

Successivamente, firma in un biennio un doppio colpo che lo proietterà nell’olimpo del cinema italiano, i già citati Salvatore Giuliano (’62) e Le mani sulla città (’63), opere di forte critica alle istituzioni, specie l’ultima, incentrata sul tema (all’epoca ancora poco considerato) degli abusi edilizi.

L’impegno sociale cvontinua anche nelle produzioni successive: negli anni ’70 Rosi gira Il caso Matttei (’72), Cadaveri eccellenti (’76) e Cristo si è fermato a Eboli, adattamento del romanzo di Carlo Levi.

L’ultimo film di Francesco Rosi è La tregua, del 1997, tratto dall’opera di Primo Levi, con protagonista John Turturro.

Tra i riconoscimenti conquistati, da citare la Palma d’oro a Cannes nel ’72 per Il caso Mattei e due Leoni d’oro: uno nel ’63 per Le mani sulla città e uno nel 2012, alla carriera.

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