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Potremmo elencare moltissimi libri, documentari, film che hanno trattato, chi meglio e chi peggio, il tema dell’Olocausto. Un argomento difficile, traumatico, spesso incomprensibile che alcuni perfino giudicano inventato, una finzione. Purtroppo invece, come spesso accade, le storie vere sono quelle più tragiche. Grandi registi però hanno saputo portare sullo schermo con eleganza e delicatezza la tragicità degli eventi di quel tempo. Per questo Blog Di Cultura, in vista del Giorno della Memoria 2015, 70esimo anniversario della liberazione, vuole citare alcuni dei film che più hanno saputo arrivare al cuore del pubblico e hanno reso impossibile dimenticare quanto è accaduto nei campi di concentramento e non solo.

La vita è bella (1997)

Roberto Benigni dirige e interpreta un film che è rimasto nella storia del cinema italiano; tre Oscar vinti (Miglior Film Straniero, Miglior Attore Protagonista, Miglior Colonna Sonora) ma soprattutto la capacità di questo film di raccontare le tragicità della deportazione attraverso le sembianze di una favola per bambini. Unico e inimitabile nella sua semplicità e genuinità.

Jona che visse nella balena (1993)

Il regista Roberto Faenza gira questo film tratto da “Anni d’infanzia”, libro autobiografico dell’olandese Jona Oberski, scampato da bambino ai campi di concentramento. Il film è raccontato dal punto di vista del piccolo protagonista e il suo sguardo innocente viene pian piano forzato a crescere a causa degli orrori a cui è costretto ad assistere. Dopo la perdita di entrambi i genitori ed essere stato salvato da una coppia olandese che lo ha adottato, Jona dovrà riuscire ad accettare di essere sopravvissuto, con la memoria costante dell’accaduto.

Il bambino con il pigiama a righe (2008)

Il film diretto da Mark Herman è tratto dal romanzo omonimo di John Boyne il quale racconta il folle mondo di quell’epoca attraverso la semplicità degli occhi dei bambini, l’uno Bruno, figlio di un ufficiale nazista, l’altro Shmuel, internato in un campo di concentramento. E’ il racconto di un’amicizia pura nata attraverso il filo spinato del campo che purtroppo a causa degli adulti finirà in tragedia.

La tregua (1997)

Il regista Francesco Rosi, recentemente scomparso, a partire dal celebre romanzo di Primo Levi “Se questo è un uomo”, gira un film che è un potenziale seguito del libro. Dalla fine del libro in cui Primo, abbandonato a se stesso nel campo di concentramento, attende l’arrivo delle truppe di liberazione, nel film torna nella sua Torino attraversando l’Europa. Il ritorno a casa, in una vita di agi e privilegi che tutti danno per scontato, segnerà una differenza incolmabile tra chi ha vissuto un’esperienza come i campi di concentramento e chi no. Tratta il pesante fardello dell’essere un sopravvissuto.

Storia di una ladra di libri (2013)

Diretto da Brian Percival, la pellicola è la trasposizione cinematografica del romanzo omonimo di Markus Zusak (2005). Una bambina sola, abbandonata dalla madre e adottata da una famiglia, e la sua passione per i libri malgrado sia analfabeta. Il film mostra il cambiamento della vita anche nei piccoli paesi della Germania, la paura nelle strade e nelle proprie case a seguito della presa di potere nazista e dello scoppio della seconda guerra mondiale. Nella tragicità degli eventi solo la bellezza dei libri le darà la forza di restare viva e di aiutare Max.

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