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Come ogni edizione che si rispetti, i Golden Globe 2015 hanno regalato sorprese e delusioni ai candidati nelle categorie cinematografiche e televisive. Preso atto dei pronostici che li vedevano favoriti, alcuni prodotti e i loro interpreti tornano a casa a bocca asciutta, lasciando il posto a chi è riuscito, alle volte a sorpresa, a far breccia nel cuore dell’HFPA, l’associazione dei giornalisti cinematografici stranieri che assegna i premi.

Ambito per ambito, diamo un’occhiata dunque ai nomi che, nonostante le grandi aspettative, sono tornati a casa a mani (semi)vuote.

Cinema

I più delusi non possono che essere Selma e The Imitation Game: considerati tra i favoriti per il bersaglio grosso (miglior film Drama), le due opere sono tra le più snobbate dell’edizione. Zero riconoscimenti per il film con protagonista Benedict Cumberbatch, che pur uscendone anch’esso sconfitto, ha comunque dato spettacolo; solo il premio per la miglior canzone originale per il lungometraggio di Ava DuVernay, la splendida Glory, interpretata da John Legend. Buco nell’acqua per le altre tre categorie in cui era candidato (regia, film, attore protagonista, David Oyelowo).

Tra i delusi, anche gli interpreti candidati per Foxcatcher, Steve Carell (che noi continuiamo a vedere favorito agli Oscar) e Mark Ruffalo, candidato tra i non protagonisti, dove ha trionfato il veterano J.K. Simmons per Whiplash.

Michael Keaton, premiato per Birdman (Photo by Kevin Winter)

Discorso parzialmente diverso per Birdman: il film di Iñárritu, presentato ad agosto a Venezia e atteso nelle nostre sale a inizio febbraio, si aggiudica le statuette per la sceneggiatura – firmata da Iñárritu, Nicolás Giacobone, Alexander Dinelaris e Armando Bo – e per l’attore protagonista nella stessa categoria, il redivivo Michael Keaton (il suo discorso di ringraziamento uno dei più toccanti), ma ne manca altre due su cui puntava forte (regia e film comedy/musical). Riconoscimento assegnato, a sorpresa, a Grand Budapest Hotel, l’opera di Wes Anderson che partiva con gli sfavori del pronostico anche per il periodo d’uscita, nettamente antecedente a quello dei concorrenti.

Tolta la poesia del momento e l’eleganza percepita, dopotutto però si parla pur sempre di antipasto. Partiamo allora col countdown dell’appuntamento principe: mancano solo 41 giorni agli Oscar 2015.

Televisione

Ed eccoci all’ambito che ha riservato più sorprese. Un esempio: quanti di voi conoscevano The Affair? La serie Showtime, la cui prima stagione si è recentemente conclusa negli Stati Uniti, ha messo in fila i più celebri concorrenti, da The Good Wife a Downtown Abbey, passando per i titani Game of Thrones e House of Cards. Un exploit bissato dal Golden Globe conquistato da Ruth Wilson – protagonista, insieme a Dominic West, del serial – che ha superato la concorrenza del mostro sacro Robin Wright.

Cast e produzione di 'The Affair' ritirano il premio

House of Cards, a proposito, la metteremmo tra le deluse della serata di Beverly Hills, ma perlomeno ha visto Kevin Spacey, conquistare, dopo otto tentativi falliti, il meritato premio come attore protagonista nella categoria Drama.

Sempre nel versante televisivo, preso atto della sorpresa Transparent (prodotta da Amazon, premiato anche Jeffrey Tambor), il flop, nella categoria mini-serie/film tv è True Detective: la serie evento che ha entusiasmato nella scorsa annata pubblico e critica, perde il confronto diretto con la rivale Fargo, che si porta a casa due pesanti Golden Globe. Oltre alla miglior mini-serie, vince infatti anche il proprio protagonista, Billy Bob Thornton, che supera, in una shortlist di lusso, la spalla Martin Freeman, Mark Ruffalo (seconda candidatura, per The Normal Heart) e la coppia di True Detective, Matthew McConaughey-Woody Harrelson.

Menzione anche per Julia-Louis Dreyfus, considerata – per Veep – tra le favorite nella categoria serie tv comedy/musical, dove ha invece trionfato la Gina Rodriguez di Jane the virgin.

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