L’attore, regista e attivista George Clooney (qualcuno vocifera di una sua aspirazione alla presidenza) ieri sera dal palco dei Golden Globes ha voluto riservare un pensiero ai fatti di Parigi ricordando l’attacco alla redazione del giornale satirico Charlie Hebdo.
George Clooney, indossando una spilla con la scritta “Je Suis Charlie“, ha voluto chiudere così il suo discorso di vittoria per il premio DeMille sul palco: “Oggi è stato un giorno straordinario. C’erano milioni di persone a marciare, non solo a Parigi ma in tutto il resto del mondo. Erano cristiani, musulmani, ebrei. Capi di Stato di tutte le Nazioni del mondo e non hanno marciato per protestare. Hanno marciato in onore di un’idea da difendere: non cammineremo con paura. Non lo faremo. Ecco perché ‘Je suis Charlie’. Grazie“.
Nel backstage l’attore, uno fra i più amati dalle donne, ha risposto a una serie di domande sull’argomento, ricordando che c’è un crescente odio nei confronti dei musulmani che si sta covando in Europa e l’importante è far si che questo odio non sfoci in altri atti di crudele violenza.
L’occasione offre una riflessione anche su quanto avvenuto nel sud dell’Asia e il giornalista chiede a Clooney se ha intenzione di organizzare un’altra gara di solidarietà in tv come fece per Haiti. Lui non risponde direttamente ma quasi: “Questo è un momento importante. Dobbiamo alzarci tutti in piedi o altrimenti finiremo col cadere a pezzi”.
Sul palco dei Golden Globes, Clooney non ha dimenticato di menzionare ironicamente lo scandalo dell’hackeraggio alla Sony: “Ora che siamo stati tutti hackerati, è una buona occasione per incontrarci faccia a faccia e scusarci per tutte le cose che ci siamo detti a vicenda!”.
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