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Dietro il grandissimo ed inaspettato successo di Gomorra – La serie si nascondo due anni di lavoro, 225 attori e centinaia di comparse, 156 location e 2300 tra collaboratori e fornitori, per raggiungere la realizzazione di un totale di 12 episodi già visti e rivisti moltissime volte dagli appassionati e debuttati il 6 maggio 2014 su Sky Atlantic e su Sky Cinema 1.

La vicenda si svolge in un paio di anni e racconta la storia e le attività del più potente clan della città di Napoli, la famiglia Savastano, con a capo il boss Pietro (Fortunato Cerlino). I Savastano dovranno scontrarsi con un clan rivale, la famiglia di Salvatore Conte (Marco Palvetti). Dopo l’arresto del boss Pietro, la moglie Immacolata (Maria Pia Calzone) prenderà il comando del clan e della famiglia; ad emergere sarà poi Genny (Salvatore Esposito), erede ufficiale e ideale del boss Savastano. Numerosi saranno i colpi di scena e la rivalità giungerà ai limiti della crudeltà umana.

Immergendosi nel cruento e spietato mondo della criminalità organizzata, Blog di Cultura propone i 5 motivi per vedere o rivedere la serie di Gomorra.

1) La tematica

Il materiale trattato prende spunto dal bestseller di Roberto Saviano, specialemte dalla pagina che riguarda la Faida di Scampia. Una materia crudele tanto quanto orripilante ma che merita di essere raccontata. La gente deve sapere, deve essere informata sui fatti e capire come funzionano le dinamiche interne delle organizzazioni criminali. Gomorra – La serie riesce a catapultare gli spettatoti nel mondo realmente esistente e senza perdono della malavita.

2) Il realismo

Da alcuni criticato, da molti estremamente apprezzato il rispetto alla verità “storica” dei fatti narrati. Uno degli aspetti più avvincenti è senza dubbio la rappresentazione quasi reale dei fatti. Difronte ad ogni singolo episodio si è consapevoli di trovarsi di fronte ad “una finzione” ma si rimane colpiti dall’attento realismo delle storie e dei personaggi. Napoli è stata un set fondamentale per le riprese, così come Scampia per riprodurre le case, le strade, la gente e ricreare il mondo criminale nel modo più corretto possibile. Altre ricerche sono state effettuate in merito al gergo e le espressioni tipiche della camorra.

3) Il direttore artistico e i registi

Stefano Sollima, già apprezzato per l’apprezzatissimo lavoro fatto per Romanzo Criminale – La serie, e alcuni registi, come Francesca Comencini e Claudio Cupellini, hanno ssvolto un eccellente lavoro, soprattutto con la definitiva trasformazione di Genny da ragazzone confuso a boss deciso e spietato.

4) La scrittura

La sceneggiatura è stata opera di da Stefano Bises e il suo gruppo (composto da Leonardo Fasoli, Ludovica Rampoldi, Giovanni Bianconi, Filippo Gravino e Maddalena Ravagli). La scrittura del copione memorabile, il ritmo del racconto serrato e mai scontato, i dialoghi rappresentano perfettamente i personaggi e le loro caratteristiche principali.

5) Il cast

Per finire grande è il ringraziamento da rivolgere alla casting director Laura Muccino, che ha saputo trovare il giusto interprete per ogni personaggio. Nel cast Gomorra – La serie ogni attore si è immedesimato in modo impeccabile e perfetto nel proprio personaggio tanto da risultarne più che credibile. Sono gli attori che indossano i personaggi o, al contrario, sono i personaggi che interpretano gli attori?

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