Il Ministro dei Beni Culturali, Alberto Bonisoli ha firmato la discussa norma che cercherà di arginare l’avanzata di Netflix e, in generale dei canali streaming, accusati di danneggiare fortemente il cinema.
In un videomessaggio il ministro ha affermato: Mi accingo oggi a firmare il decreto che regola le finestre in base a cui i film dovranno essere prima distribuiti nelle sale e dopo di questo su tutte le piattaforme che si vuole.
In poche parole, prima di arrivare su Netflix o altre piattaforme, i film italiani dovranno passare dalla distribuzione cinematografica, come accaduto con Sulla Mia Pelle, il film su Stefano Cucchi.
Non è la prima volta che accade qualcosa del genere, già durante il Festival di Cannes, Thierry Fremaux, aveva deciso di escludere Netflix dal festival proprio per la questione delle sale.
Una specie di strenua difesa di un ambiente culturale che sta però obiettivamente morendo. Il cinema non ha più attrattiva e spesso i contenuti più interessanti si trovano ormai sulla rete. Forse sarebbe più saggio spostare nei cinema alcune delle produzioni dei nuovi attori del mercato. Oltre che abbattere definitivamente il muro dei costi di questa arte diventata ormai un lusso (se pensiamo che con un biglietto del cinema acquistiamo un mese di Netflix…)
Sono molti i dubbi su questa decisione, e rimane poco chiaro come verrà applicata la legge nel caso di film che non riescono ad arrivare in sala, ma che magari possono passare con minori spese nel mondo del digitale.
Una legge che farà sicuramente discutere ancora a lungo, ma che dubitiamo potrà dare nuova linfa al cinema italiano. Il problema dell’assenza di persone nelle sale è infatti legata più alla scarsa qualità della produzione nostrana che a Netflix o altre forme di intrattenimento.
Un regolamento che sembra voler difendere forzatamente il passato, quando i lavoro andrebbe fatto forse sul lato culturale, dando spazio magari a nuovi registi e finanziando progetti fuori dagli schemi.