Death Stranding è finalmente disponibile per Playstation 4.
L’opera di Kojima riesce a toccare vette mai viste prime in un media visivo, un prodotto emozionale che mostra la fantasia sconfinata del suo autore e la genialità di un creatore di mondi e storie unico.
Se il titolo di genio può essere dato a qualcuno, allora Hideo Kojima lo merita.
Con il suo Death Stranding l’autore non si limita a rivoluzionare il gameplay videoludico, ma racconta una storia in grado di colpire profondamente il giocatore, superando di gran lunga praticamente la totalità della produzione seriale e cinematografica degli ultimi anni.
Intervistato da TgCom24, Kojima racconta:
“Ho sempre provato la sensazione di essere da solo, magari a volte perché senti che vivi in un posto orribile e sperimenti questo tipo di solitudine. E capisci che probabilmente è un sentimento condiviso da molte persone in giro per il mondo. Credo che queste persone abbiano la tendenza a giocare molto e quando giochi da solo, ti senti solo”.
“Di sicuro in Death Stranding la storia e il tuo personaggio portano avanti la missione solitaria di connettere il mondo, ma a un certo punto sperimenterai la sensazione di non essere più da solo, perché come te ci sono molte altre persone che stanno giocando allo stesso modo. E allora al mattino, quando ti svegli, sentirai un po’ di sollievo perché hai scoperto che in giro c’è molta gente come te che sta facendo le stesse cose e sentirai una sensazione positiva”, continua Kojima, spiegando l’obiettivo del suo gioco e il desiderio di creare empatia tra le persone.
“Come giapponese magari potrà sembrare strano, ma ho visto tonnellate di film italiani, da Fellini a De Sica fino agli Spaghetti Western, così come ho letto molti libri italiani che mi hanno influenzato. Ma Dario Argento è quello che più mi ha segnato, sono un suo grande fan. I miei genitori non volevano che guardassi i suoi film perché troppo spaventosi ma a me non importava, li guardavo lo stesso”.
Per quanto riguarda l’accoglienza non eccezionale da parte della stampa USA, Kojima commenta:
“Forse è un gioco difficile da capire per un certo tipo di critica e di pubblico. Gli Americani sono dei grandi appassionati di sparatutto in prima persona e Death Stranding non lo è, vola più in alto”.
“Io cerco sempre di creare cose nuove e vanno bene le controversie, le discussioni, però c’è da dire che gli italiani o i francesi hanno una sensibilità artistica diversa che permette loro di apprezzare questo genere di prodotti molto originali, non sono nei videogiochi ma anche nel cinema.”