Si è appena concluso in India l Holi Festival , la festa più colorata e divertente del calendario indiano che ha visto coinvolti, come tutti gli anni, milioni di cittadini pronti a dare il benvenuto alla stagione del raccolto e buttarsi alle spalle i brutti pensieri. L’antico Festival, celebrato soprattutto in India centro-settentrionale e Nepal, si svolge durante la luna piena del mese di Phalgun che corrisponde al mese di marzo del calendario gregoriano e nasce in origine con il nome di Holika. Conosciuta anche come la festa dei colori, durante la sua celebrazione è tradizione realizzare imponenti falò, improvvisare canti e balli ma soprattutto lanciare bombe d’acqua con polveri colorate e profumate chiamate gulal, contro persone e animali, che trasformano le città indiane in veri e propri arcobaleni viventi in un clima di festa unico e spettacolare.
Holi, letteralmente bruciare in lingua indiana, trae origine dalla mitologia induista e si lega ad un’antica leggenda risalente a molto tempo prima dell’Era Cristiana. In particolare, durante la prima notte del festival, detta Holika Dahan, vengono accesi grandi falò per allontanare gli spiriti maligni e celebrare il trionfo del bene sul male. È però la seconda parte, chiamata Rangwali Holi, ad incarnare il vero e proprio fulcro della festa che trae origine dall’adolescenza di Krishna, la reincarnazione del dio Vishnu, e dal suo amore per l’adorata Radha.
La leggenda narra che il giovane Krishna amava scherzare e schizzare acqua mista a polvere colorata addosso alle ragazze del villaggio. In breve tempo, anche gli altri ragazzi del villaggio si unirono a Krishna, rendendo questo gioco molto popolare. Quando Krishna divenne adulto, il gioco assunse una diversa connotazione, aggiungendo colore alla leggendaria vita amorosa del dio. Per questo motivo l’ Holi Festival è anche la festa degli innamorati che si colorano il viso a vicenda in segno di affetto. Un carnevale di colori durante il quale crollano gli status sociali e in cui tutti, adulti, bambini e persino le autorità si lasciano travolgere dai festeggiamenti. Tutti sono uguali, il colore li rende simili e la festa diventa un momento di incontro, conoscenza, una forma di convivenza che nel resto dell’anno è impossibile. Durante questa edizione 2016, la sorpresa è stata la partecipazione ai festeggiamenti da parte di un folto gruppo di donne vedove, nonostante la tradizione induista impedisca a questa categoria di partecipare perché viste come portatrici di sfortuna. È stato raggiungo un grande traguardo.
Per quanto riguarda l’Europa, il primo Festival si deve a Jasper Hellmann, uno dei fondatori dell’Holi Concept GmbH , che nel luglio del 2012 portò a Berlino l’ Holi Festival Of Colours, riuscendo a creare un’atmosfera incredibile e a radunare circa 3500 persone. In Italia, tante sono le città che da un paio di anni ospitano il Festival con cadenza ormai annuale. Famoso è l’Holi Fusion Festival di Torino, che quest’anno si terrà l’11 giugno, al quale si aggiungono altri grandi eventi di successo come l’Holi Dance Festival color experience di Milano, Roma, Firenze, Bologna e Napoli. Impossibile non menzionare l’Holi Dance Festival che il primo maggio si svolgerà a Catania, per la sua prima volta in Sicilia.
Qui ovviamente l’aspetto religioso non c’è, ma rimane la voglia di divertirsi in maniera sana, riempiendosi di colori, giocando, ballando, perdendo la propria identità originale e assumendone un’altra, data dai colori che rivestono interamente il pubblico. Non ha più importanza chi sei o come sei vestito. Diventi parte di una comunità, quella dell’Holi. Abbiamo quindi tutti, in diverse parti del nostro Paese, la possibilità di celebrare il brio e l’esuberanza della vita che ci fa sentire tutti uguali e scegliere le sfumature che meglio ritraggono la nostra storia. Alcuni dei partecipanti hanno così espresso le loro emozioni: