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Ad un anno esatto dallo scintillante successo de La Ragazza di Fuoco, il 20 Novembre, il Canto della Rivolta – parte 1 è arrivato in tutte le sale cinematografiche, ed in un attimo, non solo si è confermato il re dei Box Office (debuttando con 671 mila euro) ma soprattutto ha consolidato il suo appeal colpendo il cuore dello spettatore. Anche se in molti hanno criticato la scelta di dividere in due blocchi il finale della saga (l’ultimo verrà proiettato il prossimo anno), il lungometraggio è stato comunque intenso, scintillante, forse un pò prolisso in alcune parti, ma di una bellezza quasi disarmante.

Alla regia c’è ancora Francis Lawrence e la mitica Katniss è ancora una volta interpretata da una raggiante Jennifer Lawrence, che ormai sulla cresta dell’onda, riesce a dare il giusto spessore ad un personaggio dalle incredibili sfaccettature. Accecata dal fuoco dell’amore e della vendetta, tanto da credere che il giovane Peeta sia morto, Katniss affronta la realtà dei fatti. Nel Distretto 13 scopre che attorno a lei sta per nascere una rivolta nei riguardi di Capitol City, e nella speranza di poter cambiare il volto di una nazione in tumulto, decide di scendere a patti con il Presidente del Distretto (con il volto di Julianne Moore) e diventare il leader mediatico di questa rivolta. Per la giovane ed impavida Katniss però ci sono in ballo molte decisioni soprattutto di natura amorosa: chi sceglierà tra il determinato Gale ed il redivivo Peeta sedotto dal fascino di Capitol City?

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Il terzo film della saga iniziata con Hunger Games, si conferma una grande fucina di idee, emozioni e raggianti colpi di scena. Il Canto della rivola che sembra essere l’immagine speculare del romanzo da cui è tratto, rappresenta il punto di massima espressione di un franchise dalla bellezza disarmante e seducente. Seppur il lungometraggio forse nella sua interezza non riesce a far trasparire tutto il suo lungimirante appeal, rimane comunque un film perfetto e fulgido. Dedicato sicuramente a chi ha amato alla follia la trilogia scritta da Suzanne Collins, il Canto della Rivolta, si fa comunque strada nel cuore dei detrattori che troveranno in questo lungometraggio un piacevole intrattenimento che mixa audacemente il melò ed un drama socio/politico.

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Dalla superficie infatti traspare quella voglia di innovazione, di fare qualcosa di diverso, in un panorama cinematografico che ricicla se stesso e, l’avventura di Katniss in bilico fra realtà e sadica follia, è la summa di questo pensiero. A colpire è quindi la sua vicinanza al romanzo di riferimento che, in 120 minuti di girato, è riuscito a recepire il suo nucleo portando sul grande schermo l’incipit di una battaglia, di una rivolta che cambierà le sorti di un paese allo sbando. Il regista alla sua seconda prova nella direzione del franchise, ha dunque realizzato un buon lungometraggio, ma a stravincere sono stati tutti i giovani attori- anche un mono espressivo Liam Hemsworth – ed a colpire è quell’atmosfera rurale, barocca e decadente. Il colpo di scena poi, realizzato con un pizzico di violenza in più rispetto al romanzo, riesce a stimolare il pubblico, spianando la strada per il gran finale del prossimo anno.

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