Il 2015 sta finendo, quali libri porterà via con sè? È stato un anno ricco dal punto di vista editoriale, l’editoria è un settore che non sta vivendo un periodo facile ma che non vuole mollare: ancora una volta si è dimostrato che la voglia di scrivere e di leggere non muore mai. Noi di Blog di Cultura, senza la pretesa di fornire una classifica, proviamo a darvi degli spunti, consigliandovi 10 libri belli, che vale la pena leggere, quelli che secondo noi sono i migliori dell’anno, con l’augurio di non perdere mai la voglia di leggere: classici, contemporanei, lunghi, brevi, in lingua originale, tradotti, i libri arricchiscono, sono uno dei pochi cibi che riescono a saziare senza appesantire, elevano la mente, ci accompagnano fedelmente e quando giungono alla fine ci salutano con delicatezza lasciandoci malinconici ma soddisfatti.
Ecco i 10 che abbiamo scelto:
La ragazza del treno – Paula Hawkins
La vita di Rachel non ha niente di speciale. Una vita in bianco e nero, senza amici, una vita solitaria, scandita dai ritmi di un treno, quello che ogni giorno la porta dalla periferia di Londra al suo lavoro in città. Un viaggio sempre uguale che per Rachel si tinge di emozione: dal finestrino può osservare le case e le strade e quando il treno si ferma allo stop, può spiare una coppia senza nome che ogni mattina fa colazione in veranda. Un appuntamento a tre, di cui solo lei è consapevole. Rachel osserva, immagina le loro vite. Ma una mattina Rachel vede qualcosa che non dovrebbe vedere. Cosa? Da quel momento in poi tutto cambia.
L’intestino felice – Giulia Enders
“L’intestino è un organo pieno di sensibilità, responsabilità e volontà di rendersi utile. Se lo trattiamo bene, lui ci ringrazia. E ci fa del bene.” Inizia così questo successo editoriale, annunciato ma insolito. Un viaggio alla scoperta di un organo spesso bistrattato, sovrastato da cuore, occhi, cervello. L’intestino è importante, e Giulia Enders ce lo dimostra mescolando rigore scientifico e brio.
Chirù – Michela Murgia
Michela Murgia oltre a scrittrice è narratrice e in quanto tale non riesce a imprigionare le sue creature all’interno della pagina. Chirù è sì il protagonista del libro omonimo ma è prima di tutto un ragazzo di 18 anni, cagliaritano, aspirante violinista dal nome che ricorda il volo di un passero. Michela Murgia gli ha permesso di vivere una vita che va oltre lo spazio del racconto, ha rotto l’incomunicabilità, intrinseca nella finzione letteraria, tra personaggio e lettore. Ciò è che ha fatto è semplice ma allo stesso tempo geniale: nelle settimane precedenti alla pubblicazione, ha donato a Chirù una vita che precedesse quella libraria, creandogli un profilo Facebook, un Tumblr e un account Spreaker e ha invitato i suoi follower/futuri lettori a raccogliere gli oggetti di Chirù seminati per la città, per lasciare una traccia tangibile di quello che prima che un personaggio è un ragazzo. La storia non si esaurisce sulla carta, il patto narrativo è in evoluzione ed espansione. Un libro che non è solo un libro, un’esperienza di lettura “crossmediale” e “totalizzante” che affronta le fratture dell’animo umano cercando di ricomporle. Un libro da leggere e vivere.
Riparare i viventi – Maylis de Kerangal
Un libro forte e commovente che affronta un tema difficile: “Riparare i viventi” racconta la storia di un trapianto di cuore, il cuore del giovane Simon, morto in un incidente d’auto, che diventa il cuore della cinquantenne Claire, facendo tornare a battere in lei la speranza. Con grande sensibilità e precisione, la scrittrice racconta questa “migrazione cardiaca“: la morte, la corsa per la vita, la paura, la gioia, le emozioni di due famiglie, di medici, infermieri, uniti in un’avventura collettiva alla fine della quale tutti ritrovano un pezzetto di sè stessi sentendosi “riparati”. Una storia che mostra come nonostante quel che dice la scienza, il cuore non sia soltanto il muscolo della vita ma anche la sede di affetti ed emozioni, e che qualcosa in esso si conserva andando oltre la morte.
Il magico potere del riordino – Marie Kondo
Una guida per dare una svolta alla propria vita a partire dalla sistemazione della casa. Le nostre case, i nostri uffici, le nostre camere sono invase da montagne di oggetti, Marie Kondo ha il metodo magico per liberarcene, per alleggerire i nostri spazi vitali e soprattutto per creare più spazio nella nostra mente. Rinunciando a tutti gli oggetti inutili che circondano potremo finalmente cullarci solo nelle cose belle che ci regalano emozioni.
L’amore sporco – Andre Dubus III
Quattro storie traumatiche, quattro versioni generazionali dell’amore. “L’amore sporco” è un libro che immerge nel mondo della provincia americana, compresa fra il New Hampshire e il Massachusetts, una regione che porta alla memoria tradizione e storie patriottiche della letteratura statunitense. Ma nelle pagine di Dubus III non c’è più niente di glorioso, nulla di grande, la sua penna racconta una middle-class mediocre, fratture generazionali, matrimoni in crisi, adulti irresponsabili, adolescenti inquieti che sprecano la loro sessualità giocandola virtualmente sui vari canali che offre il mondo della Rete. Un libro che racconta come oltre ai “valori” sociali e morali sia stata smarrita la capacità di amare di un amore vero, pulito.
Woody – Federico Baccomo
Non è una storia per bambini e non è una storia facile. Attraverso lo sguardo e le parole di un cane, Baccomo ci racconta un tema difficile, presentato senza fronzoli: la violenza domestica sulle donne. La scrittura è facile e difficile allo stesso tempo: l’uso della punteggiatura è particolare e non casuale, volto a creare delle pause che evitino che la voce dello scrittore si sovrapponga a quella del protagonista-cane. Dopo un iniziale straniamento, entriamo nella mente di Woody e iniziamo ad accompagnarlo lungo questo viaggio in cui l’evento traumatico è già avvenuto. Attraverso un linguaggio quasi infantile, essenziale, ci avventuriamo nel mondo di Woody e della sua Padrona, un mondo difficile, in cui si perde l’innocenza riscoprendola poi nell’amore gratuito e sconfinato che solo un cane può donare.
L’assassino, il prete, il portiere – Jonas Jonasson
Lo scrittore svedese Jonas Jonasson ci ha abituato più che bene con i suoi precedenti romanzi, e la sua ultima opera, sebbene non goda della brillantezza de “Il centenario che saltò dalla finestra e scomparve” è comunque ben sopra la media. I protagonisti di questa nuova strana vicenda sono quelli annunciati fin dal titolo: il portiere di un albergo ex luogo di incontri, un prete donna in perenne contrasto con Dio e un assassino che ha passato la maggior parte del suo tempo in galera. I tre s’incontrano per caso e, in preda alla disperazione delle loro tristi esistenze, decidono di mettersi in società per racimolare qualche soldo. Una trama insolita, non eccezionale, impreziosita dagli spunti di genialità e irriverenza di uno scrittore che con la sua follia riesce a inventare storie surreali ma sempre riconducibili alla realtà che viviamo.
Anna – Niccolò Ammaniti
La Sicilia è un’immensa rovina, una tredicenne coraggiosa parte alla ricerca del fratellino rapito. In mezzo a città abbandonate e spazi deserti Anna avanza in un’isola di nuovo in mano alla natura, preda di selvagge comunità di sopravvissuti, cammina intrepida, con un’unica guida: il quaderno di “istruzioni per l’uso” lasciatole dalla madre. Ma di giorno in giorno scopre che le regole del passato non valgono più e che c’è bisogno di inventarne di nuove. Un romanzo struggente, che devasta, una luce che si accende nel buio e rivela le incertezze, gli slanci del cuore e la potenza sofferente della vita, una vita che “non ci appartiene, ci attraversa“, ma che permette di soffermarsi ancora una volta sulla speranza, non sulla sconfitta.
Carne viva – Merritt Tierce
Un quadro desolato che assume i colori di vecchie insegne al neon. “Carne viva” racconta, tra flashback e repentini cambi di registro narrativo, le ferite di una brillantissima studentessa di Yale, giovanissima madre, compagna di un uomo che tradirà fino a farsi lasciare. Ferite che scottano ma servono a tenere le fila di una vita che troppe volte ha provato a scappare: la protagonista si consuma in modo vorace, si distrugge e insieme cerca un proprio ruolo nella società. Cerca regole, cui fa fatica a sottostare, servendo ai tavoli come cameriera, è un’anima alla deriva alla ricerca di sè stessa, in perenne scontro con il proprio corpo, svenduto tra i fumi dell’alcool e della droga. Marie è una donna che regala amore senza mai riceverne, se non dalla figlia, l’unica capace di restituirle il senso della vita, una vita viscerale, crudele, carne esposta al mondo, bruciante ma viva.