CONDIVIDI

Troppo facile pensare a roba come Mega Piranha o Sharknado, quando si deve (o si vuole) stilare una lista dei peggiori film statunitensi che il XXI secolo ci ha regalato finora. Ancor più facile di mettere nel calderone della Top 10 i migliaia di esempi underground che la produzione a stelle e strisce sforna annualmente.

Allora prendiamocela coi giganti, con le super-produzioni, coi figli d’arte e i Benigni scadenti d’Oltreoceano e passiamo in rassegna quello che per noi rappresenta il peggio del cinema americano dal 2000 in poi.

Alone in the Dark

http://www.youtube.com/watch?v=NEBHAnrcfUQ

Certo, magari è troppo facile anche includere nella lista uno come Uwe Boll. Impossibile però non menzionare, in una top che celebra il brutto, quello che è ritenuto – al pari di Street Fighteril peggior adattamento da videogame di sempre. Sarebbe stato uno smacco troppo grande anche per quel personaggio di Boll, il quale, tempo fa, stanco delle stroncature inanellate, sfidò in un match di boxe quattro critici cinematografici, che caddero sotto i suoi colpi.

Epic Movie

Tra gli innumerevoli sequel del capostipite, scegliamo quello del 2007. Epic Movie è il campione che rappresenta una saga, quella appunto di Scary Movie, iniziata in maniera discreta e proseguita sfornando a ritmi da cinepanettone seguiti uno più disastroso dell’altro.

I sogni segreti di Walter Mitty

Spesso esiste un pericoloso rapporto fra l’attesa che precede un film e la sua incisività, ovvero quello che la pellicola in questione è capace di lasciare negli occhi e nella mente di chi guarda. Ed ecco che, al netto dei meravigliosi panorami e la stupenda fotografia, l’ultima fatica di Ben Stiller vince meritatamente la palma per la pellicola più sconclusionata (considerate le aspettative) dell’ultimo biennio.
La frase cult, dalla bocca di Sean Penn: “Certe volte non scatto. Se mi piace il momento, piace a me, a me soltanto, non amo avere la distrazione dell’obiettivo: voglio solo restarci dentro.”

2012

Quella gran rottura di scatole della profezia Maya, oltre che materiale per varie edizioni di Voyager, diede nel 2009 l’input a Roland Emmerich, evidentemente a corto di idee, di realizzare l’ennesimo fumettone catastrofico.
Scena cult: il primo ministro italiano, con le fattezze di Berlusconi, che rinuncia alla salvezza, preferendo morire pregando.

Alice in Wonderland

Il punto più basso della carriera di Tim Burton: sceneggiatura piatta e personaggi irritanti (su tutti la Regina Rossa/Helena Bonham Carter) per una rivisitazione del racconto di Carroll che fa rimpiangere sia la versione Disney sia quella surrealista di Jan Švankmajer dell’88.
Da dimenticare.

In the cut

Ecco cosa succede quando una meravigliosa autrice come Jane Campion (Lezioni di piano) si avventura in un territorio sconosciuto, il thriller, senza l’ausilio di uno sceneggiatore esperto del settore.
Non si salva davvero nulla. Non a caso, In the cut è ricordato, se così si può dire, solo per il nudo integrale di Meg Ryan.

Dragonball Evolution

Qualsiasi commento è superfluo, basta dare un’occhiata al trailer. Dragonball Evolution è così brutto da far fare un figurone alla versione taiwanese del ’91 del manga di Toriyama.

Torque – Circuiti di fuoco

Sulla falsariga di Fast & Furious, il regista di videoclip Joseph Kahn realizza nel 2003 questa tamarrata epocale, con i mostri a due ruote al posto di quelli a quattro. Risultato: Kahn chiuse la sua esperienza sul grande schermo. In compenso continuò a dirigere video per Muse, 50 Cent, Lady Gaga e via dicendo.

Bling Ring

Sofia Coppola cerca di riscattare il soporifero Somewhere, con un pastrocchio pseudo-trasgressivo, a metà fra Mean Girls e Thirteen, con l’immancabile Emma Watson e con il puntuale contributo di sex, drugs & electro dance.
Per vedere cos’è l’adolescenza oggi, citofonare Gregg Araki (Mysterious Skin) o Helena Kolz (L’age atomique).

Dylan Dog – Il film

Forse non un disastro assoluto ma meritevole di tutto il biasimo possibile per aver snaturato completamente l’essenza dell’universo ideato da Tiziano Sclavi. Da Londra a New Orleans, dall’irresistibile Groucho al mezzo-zombie Marcus, dall’orrore come quotidianità alla lotta ai soliti licantropi e vampiri.
Imperdonabile.

RISPONDI

Please enter your comment!
Please enter your name here

13 + sette =