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Un aforisma recita: “Nulla è più certo del cambiamento“. E basta dare una veloce occhiata ai libri di storia per confermarlo: gli imperi cadono, le scoperte scientifiche si susseguono rapidamente, le attività umane mutano. Ci sono luoghi, posti nel mondo che ci raccontano di un passato che ormai non è più, oggetti che portano il segno del mutare dei tempi, dell’uomo e della sua opera, molto spesso distruttiva nei confronti della natura e dei suoi simili. Città totalmente svuotate e rese fantasma da disastri ambientali, regioni sventrate e deturpate in nome di una politica economica piuttosto che di un’altra. Che ne è di questi luoghi? Ma anche oggetti dismessi, come le cabine rosse simboliche di Londra che si sono molto ridotte numericamente per mancanza di utilità nell’epoca della telefonia mobile. Dove vanno a finire? O istituti psichiatrici vecchio stampo, che al giorno d’oggi non si esiterebbe a dichiarare illegali, in cui più che della cura dei malati, ci si occupava della perpetrazione di atroci torture. Come sono adesso?

Lo stato di degrado e di abbandono in cui versano tali luoghi, la desolazione in cui sono immersi li rendono terrificanti. Posti abbandonati dall’uomo (e da Dio) che, a trovarcisi, un brivido corre su per la schiena, facendoti venire la pelle d’oca. Il set ideale di un film horror, insomma. E non a caso, nel tempo, numerose leggende sono nate intorno a questi luoghi desolati, che diventano scenario di fenomeni paranormali.

Che ne è di tutti questi posti? Ve lo raccontiamo con una mostra fotografica.

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Prypyat, Ucraina, è una nota città fantasma dell’ex Unione Sovietica. Sorge in prossimità della centrale nota per il più grave incidente nucleare della storia dell’umanità: Cernobyl. Dopo il disastro del 26 aprile 1986 la città fu completamente abbandonata, passando dai 50.000 abitanti a zero. Nella foto, le condizioni in un versa un asilo nido immediatamente dopo l’incidente nucleare.

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Il Manteno State Hospital fu un istituto psichiatrico dell’Illinois, Stati Uniti, famoso per gli esperimenti illegali che venivano praticati sui propri pazienti. Soltanto nel 1985, il governatore James Thompson decide di chiudere l’ospedale a causa delle pratiche mediche poco ortodosse. Da allora, complice il passato torbido che lo hanno reso luogo-simbolo di atroci sofferenze, l’edificio si dice sia infestato di spiriti ed è diventato meta di turisti curiosi che vi si introducono per dare una sbirciatina ai famosi haunting walls, pareti in cui i pazienti vi scrivevano i proprio pensieri.

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Quasi un secolo fa, ai tempi della sua fondazione, l’Unione Sovietica divenne talmente assetata di potere che intraprese un’imponente opera di estrazione mineraria, in particolare del diamante. Si pensava fosse la carta vincente per il controllo dell’economia mondiale. Tuttavia, nel momento in cui si resero conto che avevano creato la buca più grande mai fatta dall’uomo in tutto il pianeta (nella foto), e messo a repentaglio la vita delle popolazioni che vivevano lì intorno, l’impresa di estrazione venne abbandonata. Ad oggi, con i suoi quasi 610 metri di profondità, è la seconda più profonda cavità del mondo scavata dall’uomo.

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L’isola di Hashima, Giappone, era ricchissima di riserve di carbone ai tempi in cui questo era il maggiore combustibile minerario del paese. Era abitata da più di 5000 minatori che lì lavoravano nell’estrazione del minerale e molte persone, addirittura, veneravano letteralmente quell’isola. Quando però il petrolio rimpiazzò il carbone come principale fonte energetica, l’isola fu completamente abbandonata, e nessuno volle più vivervi. I turisti che si sono avventurati sull’isola di Hashima affermano che si tratta di uno di quei luoghi talmente desolati che fanno venire la pelle d’oca.

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Questo cimitero delle cabine telefoniche si trova a Carlton Miniott, un piccolo paesino a nord dell’Inghilterra. Le cabine rosse, simbolo identificativo della città di Londra, che anno dopo anno vengono man mano dismesse, vengono depositate in questo sito, e molte di loro sono già in totale deterioramento. Pochissime persone vivono in quella cittadina oramai poiché la leggenda narra che, se si presta attenzione durante la notte, è possibile sentire lo squillo di centinaia di telefoni tutti insieme.

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