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Sulla rive droite, appoggiato sulla Senna, l’imponente Palazzo del Louvre in una notte parigina come tante. Eppure, dietro l’impenetrabile facciata del museo, un dramma si sta compiendo nella Grande Galleria. Il vecchio curatore Jacques Saunière, ferito a morte da un monaco albino appartenente all’Opus Dei, nei suoi ultimi istanti di vita si denuda e si stende sul pavimento, assumendo la posizione dell’uomo di Vitruvio, celebre disegno di Leonardo da Vinci. Alcuni numeri, poche parole e soltanto un nome: Robert Langog, un professore di iconologia religiosa che intuisce subito di trovarsi di fronte ad un messaggio oscuro e pericoloso. Docente all’università di Harvard ed esperto di simbolismo, interpretato da Tom Hanks nelle riproduzioni cinematografiche tratte dagli omonimi romanzi, Langog è una personaggio inventato nato dalla penna di Dan Brown e protagonista di ben quattro dei suoi romanzi. Tra enigmi nascosti in importanti opere d’arte, indizi e nemici misteriosi e il percorso del Santo Graal, uno dei più grandi misteri dell’umanità, Brown, uno dei più acclamati autori di thriller, ha appassionato l’America intera col suo romanzo “Il Codice da Vinci“, che lo ha decretato scrittore dell’anno.

Brown, nato il 22 giugno 1964 ad Exrter, nel New Hampshire, respira sin da bambino un clima familiare contrastato tra scienza e fede: un braccio di ferro tra la madre musicista, molto religiosa e legata al coro della chiesta, ed un padre docente di matematica alla Phillips Exeter Academy, con una mente di stampo scientifico. Terminati gli studi prima alla Phillips Exter Academy e poi all’Amherst, si trasferiscea Hollywood per iniziare una carriera di cantautore e pianista. Lasciata Hollywood per studiare storia dell’arte all’Università spagnola di Siviglia, comincia ben presto ad appassionarsi alle opere di Da Vinci e alla crittografia, passione che troverà libero sfogo nella stesura de “Il Codice da Vinci” nel 2003.

Eppure, tre anni prima ovvero nel 2000, Brown aveva scritto un altro romanzo, il primo della serie con Langdon, “Angeli e Demoni“. Ma in Italia la serie non segue una sequenza cronologica, perchè “Angels and Demons” esce solo alla fine del 2004 per strategia di vendita, ovvero per cavalcare l’onda di successo conseguente al Codice. Anche grazie a questo escamotage, torna a guidare le classifiche dei best seller. La vicenda stavolta è ambientata a Roma e ruota intorno ad un complotto ordito contro il Vaticano da un’oscura setta segreta, gli Illuminati, perseguitata nei secoli passati dalla Chiesa Cattolica, che usava punirli con una rituale di rara crudeltà: marchiati a fuoco e uccisi, venivano esposti come monito per le vie di Roma. Un groviglio di mistero, religione, arte ed esoterismo che ha affascinato milioni di lettori, con milioni di copie vendute nel mondo.

Ne “Il simbolo perduto” pubblicato nek 2009, Langdon è Washington e il nucleo dell’intrigo è la Massoneria e il suo ruolo nella costituzione degli Usa. Massoni furono infatti i padri della patria americana da Franklin a Washington, come anche Roosevelt, Truman e Ford. Il fulcro del mistero ruota intorno a un misterioso pittogramma cifrato che è impresso sulla chiave di Salomone. Con una trama dal ritmo incalzate, anche qui Brown mescola sapientemente finzione e realtà mozzando il fiato ai suoi lettori.

Quarto e ultimo thriller con protagonista l’ormai celebre e amato professore di simbologia è “Inferno“, uscito nel 2013 in contemporanea in tutto il mondo. La vicenda, che si snoda tra Firenze, Venezia e Istanbul tra enigmatici indovinelli e luoghi misteriosi, e si apre con una misteriosa figura chiamata l’Ombra che si getta dal campanile della Badia Fiorentina per sfuggire a degli inseguitori senza volto. Sei giorni dopo, Langdon si sveglia nella stanza di un ospedale fiorentino, ferito alla testa e preda di un’amnesia, che gli impedisce di ricordare persino come sia giunto fino a lì. Ma perchè “Inferno”? E perchè il profilo di Dante in copertina? Basta poca immaginazione per unire i punti e tracciare il fil di risposta tra i due elementi…

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