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A tre anni dalla pubblicazione di El Camino (2011), i Black Keys tornano con otto tracce inedite contenute nel loro nuovo Turn Blue, disponibile per la vendita dal 13 maggio, e anticipato dal singolo Fever, che da una decina di giorni a questa parte imperversa su tutte le radio nazionali, col quale si sono esibiti a Che tempo che fa, ospiti di Fabio Fazio nell’ultima puntata del 27 aprile.

Il singolo Fever ci fornisce un assaggio perfetto di quello che sarà il sound di questo nuovo lavoro del duo originario dell’Ohio, un sound orientato decisamente verso degli esiti psichedelici, in stile Pink Floyd e Creedence Clearwater Revival, misto alle atmosfere anni ’70 che avevamo avuto modo di sentire in El Camino, album che tre anni fa aveva fatto schizzare la band in vetta alle classifiche di tutto il mondo, vendendo qualcosa come 1.500.000 copie. «El Camino era ricco di pezzi veloci; il disco prima, Brothers, era all’insegna del groove. Con Turn Blue facciamo qualcosa che mescola tutto. E’ un album che si espande e si gonfia».

Oltre che nelle sonorità, Turn Blue rende omaggio agli anni Settanta anche nella struttura: si tratta infatti di un album nel vero senso della parola, i cui singoli sono da ascoltare nell’ordine in cui si trovano, e non in ordine sparso. Una scelta senz’altro di grande coraggio nell’epoca dell’iPod (e della frammentarietà nell’approccio all’ascolto della musica): «O una completa idiozia, questo lo scopriremo a breve. Certo, El Camino era un disco tutto di singoli, qui invece chiediamo un ascolto continuo e non a casaccio […] Però non crediamo che ci voglia coraggio a fare così, è semplicemente il nostro lavoro. Adesso imperversa l’hip hop, contro il quale non abbiamo nulla, anzi diverse cose ci piacciono. Ma non ci ricordiamo un solo album di questo genere che fosse appunto un album, al massimo ti ricordi una canzone o due».

Apparentemente i Black Keys sembrano del tutto impassibili al successo che li ha travolti negli ultimi anni. La loro priorità è la musica e poco ha importato mettere i loro pezzi al servizio della televisione e degli spot se questo è servito a farsi pubblicità, come alternativa alle radio, refrattarie nel passare i loro pezzi: «All’inizio il fatto di poter essere ascoltati come colonna sonora della pubblicità ci ha aiutati, visto che non ci passavano granché in radio. E non avevamo nemmeno molti soldi ed era un buon modo per iniziare, insomma».

E il legame con la tv è ben evidente dal titolo stesso dell’album. Turn Blue è infatti la frase tipica di Ghoulardi, il protagonista del telefilm Shock Theater, che il cantante e chitarrista Dan Auerbach e il batterista Patrick Carney da piccoli seguivano sempre. La grafica stessa del disco, una psichedelica spirale rossa e blu, richiama proprio quella trasmissione televisiva.

L’album, la cui uscita ( prevista per il 13 maggio) è stata annunciata in anteprima da Mike Tyson su Twitter, contiene, tra i vari campionamenti, anche uno dell’italianissimo Nico Fidenco: «È successo tutto per caso grazie al nostro produttore Danger Mouse, che è un grande appassionato di colonne sonore e di musica italiana. Un giorno è arrivato con un sample di un film, La ragazzina, di cui Fidenco ha scritto le musiche. E a tutti è sembrato che stesse perfettamente dentro Year in review».

http://www.youtube.com/watch?v=TwUPUHxBfw0

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