Il curioso caso di Benjamin Button è il celebre film del 2008 che racconta la storia di un neonato venuto al mondo con le sembianze di un anziano e costretto a vivere la propria vita al contrario, ringiovanendo con il passare degli anni. La pellicola, girata da David Fincher, all’epoca aveva riscosso un notevole successo, tanto da essere candidata a ben tredici premi Oscar.
Oggi, mercoledì 30 marzo, il canale Rete 4 ci ripropone in prima serata alle ore 21:10 il film in questione, con protagonisti Brad Pitt e Cate Blanchett. La pellicola è certamente famosa, ma forse in pochi sono a conoscenza del fatto che le vicende a cui si ispira il film, in realtà, state narrate per la prima volta da Francis Scott Fitzgerald, in una novella da lui scritta nel lontano 1922.
Uno strano caso sconvolge la vita di numerose persone nella Baltimora del 1860: è l’anno di nascita di Benjamin, un neonato che più che avere le sembianze di un bambino, tuttavia, assomiglia di più ad un anziano di oltre settant’anni di età. Per evitare l’imbarazzo, il padre decide di nascondere a tutti ciò che è successo, vietando al figlio di uscire di casa e di parlare con qualcuno.
Con una barba grigia sul viso, il vecchio neonato è perfettamente in grado di parlare e di camminare con l’ausilio di un bastone. Nessuno riesce a spiegarsi che cosa si accaduto, eppure alla famiglia è chiaro che Benjamin non ha bisogno di essere trattato come un neonato: non ha bisogno di latte ma di cibo vero, non gli servono giocattoli o vestiti da bambino. Passati dodici anni, la famiglia sembra essersi abituata alla sua presenza e Benjamin pian piano si accorge che il suo aspetto sta cambiando, sembrando man mano più fresco e giovane invece che sciupato e invecchiato. All’età di diciotto anni assomiglia fisicamente ad un cinquantenne; deciso ad approfittare di tutte le occasioni, si iscrive all’università, ma è costretto in seguito a rinunciare ai suoi progetti a causa del suo aspetto e della cattiveria dei compagni.
Con il passare del tempo, l’età continua ad avanzare eppure Benjamin si sente sempre meglio e, soprattutto, si vede sempre più giovane: pian piano inizia ad assomigliare al fratello di suo padre, e non più al figlio. Incontra anche una sua coetanea, con la quale si sposa, nonostante tutti siano convinti che i due non abbiano assolutamente la stessa età. Dopo qualche anno il matrimonio entra in crisi a causa dell’eccessiva differenza tra i due e Benjamin decide di partire e di combattere nella guerra ispano-americana.
Tornato a casa, l’uomo appare sempre più giovane e in salute. Nel 1910, quando in realtà avrebbe dovuto avere l’aspetto di un cinquantenne, Benjamin sembra essere poco più che adolescente. Si riscrive all’università, dove si diploma con grande fatica, e nel frattempo continua a ringiovanire. Alla fine della novella, si ritrova prima adolescente, poi bambino e infine neonato.
“Poi, fu tutto buio – la culla bianca e le facce scure che si spostavano sopra di lui, e il profumo caldo e dolce del latte, svanirono tutt’a un tratto dalla sua mente”. Questa la conclusione della breve opere di Fitzgerald, autore anche di Il Grande Gatsby, contenuta nella raccolta “Racconti dell’età del Jazz”. L’idea di Fitzgerald riguardo alla storia nacque da un’affermazione di Mark Twain, che disse che la parte migliore della vita è all’inizio, mentre quella peggiore alla fine, ovvero proprio ciò che viene mostrato anche nella novella e, successivamente, nella pellicola.
Il film uscito nel 2008 è stato apprezzato a livello internazionale, nonostante esso non sia completamente fedele alla novella di Fitzgerald: solo il caso di Benjamin viene ovviamente ripreso nella pellicola, che però mostra una trama completamente diversa, ma comunque di successo e degna di nota, anche grazie all’interpretazione di Brad Pitt nei panni del protagonista.