Illecite visioni è la prima rassegna teatrale dedicata interamente a tematiche GLBT con la direzione artistica di Mario Cervio Gualersi, giornalista, critico e studioso di teatro omosessuale. Fin qui tutto nella norma: teatro, tematiche sociali per altro vicine all’attualità. E allora dove nasce la polemica? A qualcuno non è andato giù che a questo festival teatrale partecipasse la Regione Lombardia con un finanziamento.
Si tratta di quattro serate dal 6 al 9 novembre (con iniziative collaterali), quattro spettacoli che affrontano il tema dell’omosessualità da prospettive diverse affrontate dal 2012, dall’ambiente mafioso a quello anni trenta. Il problema per i detrattori sarebbe appunto il finanziamento che la Regione ha elargito ma nelle ultime ore lo sconcerto è derivato dalle parole di smentita dell’assessore alle Culture della Lombardia Cristina Cappellini (Lega Nord), che ieri ha preso le distanze dalla rassegna.
“Regione Lombardia non ha dato contributi economici al Festival Illecite Visioni. Il patrocinio gratuito della stessa Regione è stato concesso all’intera stagione del teatro Filodrammatici di Milano” lo si legge in una Nota della Regione Lombardia ma la risposta ha suscitato perplessità. “Siamo allibiti e dispiaciuti che dicano di non aver concesso il finanziamento alla rassegna ‘Illecite visioni’, che invece è stata finanziata con 10mila euro” ha commentato il direttore organizzativo dei Filodrammatici Marina Gualandi.
Il 7 novembre sulla sua pagina Facebook Magdi Crisitiano Allam scrive della notizia (allegando l’immagine di due uomini che si baciano) e commenta: “A Milano i bambini delle scuole assisteranno al teatro gay con i soldi pubblici, sponsorizzato dal Comune e dalla Regione. ‘Illecite visioni’ è l’unico festival di teatro omosessuale che esiste in Italia e si tiene al Teatro Filodrammatici“. Nel suo commento riporta infatti la causa scatenante e forse reale delle polemiche.
L’8 novembre allo spettacolo “Piccolo Uovo” hanno assistito i bambini dai 5 ai 10 anni, dove si mostra che le famiglie non sono fatte solo di un papà e di una mamma mentre il 25 e il 26 novembre alcuni liceali verranno accompagnati al Teatro dei Filodrammatici per assistere allo spettacolo “Comuni Marziani“, che affronta la tematica dell’omosessualità adolescenziale con tutto quello che ne deriva: disagio, isolamento, tormento. Un tema che per altro in una sorta di film di formazione è stato affrontato ne “La vita di Adele“, tema dunque che non può essere considerato ancora così tabù.
Queste le parole di Allam che accompagnano la notizia: “Fermo restando il rispetto per tutte le persone, è questa l’educazione che vogliamo dare ai nostri bambini? Vogliamo che crescano in una società dove sin da bambini immaginino che l’affetto, l’amore e il sesso possano manifestarsi indistintamente con chiunque?“.
Fermo restando, per parafrasare le parole di Allam, che i bambini non sono creature senza intelligenza e che spesso vengono sottovalutati proprio per le potenzialità che invece hanno insite per natura, siamo sicuri che vogliamo farli crescere chiudendo loro gli occhi di fronte a quella che è una realtà?