Interstellar è già un cult o forse lo era prima di arrivare nelle sale, ma sta di fatto che il regista di Batman, ha costruito inconsapevolmente un film che fa discutere. C’è chi lo definisce un cult, altri lo definiscono una boiata, altri ancora dopo una seconda visione più approfondita hanno capito (finalmente) il vero senso del lungometraggio.
Dopo un’attenta ricerca, e tralasciando le opinioni personali, Interstellar è a conti fatti un film che scandaglia il mondo della fisica quantistica nella sua interezza. Senza che il regista tralasci la sua criptica poetica, con Interlastellar concepisce una pellicola ad ampio raggio che esplora nella sua interezza lo spazio profondo.
Buchi neri, warmole, quarta dimensione e salti nel tempo sono le caratteristiche peculiari del film, ma viste da un punto di vista scientifico, quello che il regista vuole compiere è una storia di formazione scientifica e non un drama familare; infatti a spingere i protagonisti in questo viaggio verso l’ignoto è la ricerca di una nuova casa per l’umanità, ma i pianeti potenzialmente abitabili più vicini si trovano ad anni luce di distanza dal nostro sistema solare. Ecco che allora l’unica ipotesi plausibile per giustificare i viaggi interstellari diventano i famigerati wormholes, tunnel spaziotemporali che conducono da un luogo all’altro dell’universo passando per una ulteriore dimensione, detta iperspazio.
Questi strani oggetti, che sembrano scaturiti dalla fantasia di uno scrittore di fantascienza degli anni ’80, sono in realtà oggetto di alcune delle ricerche di fisica teorica più avanzate. Per quanto sia poco probabile che essi esistano nell’universo reale, la relatività di Einstein, la miglior teoria riguardo la struttura spaziotempo di cui disponiamo attualmente, non li esclude categoricamente. Mito, realtà futuristica o semplice finzione, Nolan non si è reso conto del successo di questo ultimo film. La sua versione moderna di Odissea nello spazio, è dunque un racconto quanto più vicino possibile alla realtà scientifica moderna. Interstellar nel nascondere i suoi proverbiali buchi nella sceneggiatura, compie un passo nell’ignoto, e senza rendersene conto, arriva dritto al cuore del vero amante della settima arte.