L’ultimo grido, a cui si fa riferimento nel titolo dell’articolo, è quello inconfondibile della sigla del talk show e che, almeno per qualche mese, non sentiremo più. E’ andata in onda oggi, infatti, l’ultima puntata di Le Invasioni Barbariche, programma magistralmente condotto da Daria Bignardi.
L’ospite politico: Massimo D’Alema
La puntata si apre, come di consueto, con un ospite proveniente dal mondo, controverso e ora più che mai messo in discussione, della politica: l’ex presidente del consiglio dei ministri, Massimo D’Alema. L’intervista prende le mosse dalla presentazione del suo nuovo libro “Non solo Euro”; partendo da qui, D’Alema parla della sua idea di Europa di cui dice, in linea con la vaghezza idealistica che caratterizza moltissimi suoi colleghi di ieri e di oggi:“Io voglio l’Europa, ma voglio un’Europa diversa da questa”.
Molto simpatico il momento in cui l’ex segretario nazionale del PDS riceve la maglia della Roma, con tanto di nome stampato sopra al numero dieci, direttamente dalle mani dell’attuale commissario tecnico della squadra, Rudi Garcia, che poi ritornerà come ospite nel corso della puntata. D’Alema ci tiene, a questo proposito, a ricordare la propria investitura a presidente onorario del fan club della a.s. Roma.
Il momento di leggerezza: Beppe Severgnini
Anche lo scrittore e giornalista del Corriere della Sera, Beppe Severgnini, si presenta con un libro, “La vita è un viaggio”, che definisce “un libro di libri e citazioni” e che ha la modesta pretesa di fare da bussola culturale per chi si trova a doversi orientare nel mondo di oggi. Colpisce piacevolmente la leggerezza con cui Severgnini discute di argomenti di una certa profondità come il rispetto, l’incoraggiamento o l’ispirazione, destreggiandosi in voli eruditi attraverso citazioni letterarie, musicali e cinematografiche (chiamando in causa, tra gli altri, Erodoto, Cat Stevens e Alexander Payne). Quest’intervista potrebbe benissimo essere addotta a manifesto del programma della Bignardi: gradevole, leggera e, a tratti profonda, senza la pretesa di avere qualcosa da insegnare.
Storie di vita con Diogo e Tito Mainardi
Gli autori delle Invasioni sembrano voler proporre una sorta di filo narrativo introducendo, dopo un libro intitolato “La vita è un viaggio”, un nuovo ospite, o meglio due nuovi ospiti, e il librodi uno dei due:“La caduta”.
Loro sono Diogo e Tito Mainardi, padre e figlio rispettivamente. Il libro è scritto da papà Diogo e racconta la loro storia, a partire dalla nascita di Tito. Un errore medico durante il parto ha causato a Tito una paralisi cerebrale con conseguenti gravi disfunzioni motorie: fino ai cinque anni non ha potuto articolare le parole, e tutt’ora non può fare a meno di muoversi utilizzando un deambulatore che i due, scherzando, indicano come il sostituto del padre da quando ha iniziato ad avere una certa età. Certo il libro parla anche di questo ma la cosa che suscita particolare ammirazione è il sorriso che entrambi hanno mentre rievocano ricordi, piacevoli e non, e raccontano le proprie vite scambiandosi battute e punzecchiandosi a vicenda, come un duo di comici esperti, il cui feeling sia stato rodato dal tempo vissuto insieme. A dispetto dell’apparente difficoltà insita nel tema, l’intervista a Diogo e Tito è stato un momento piacevole e niente affatto triste.
L’angolo calcistico, insieme a Rudi Garcia
Sapientemente inserito in scaletta dopo la fine delle partite di Champions League, è il momento in studio del commissario tecnico della a.s. Roma, Rudi Garcia. Anche lui, come gli ospiti che lo hanno preceduto nella puntata, arriva con un libro di cui parlare, ovvero la sua autobiografia “Tutte le strade portano a Roma. Il calcio è la mia vita”. Punto sul vivo dalla Bignardi sul tema della squalifica di quattro giornate inflitta, con legittimità molto dubbia, a uno dei giocatori più in forma della sua squadra, il mister non si scompone e alla domanda della conduttrice:“come farete ora senza Destro?” risponde con un laconico:“metteremo un altro”. Superato l’argomento, Garcia inizia a parlare della sua famiglia, di come prima di ogni partita fosse solito chiamare il padre (ex calciatore e allenatore) e, ora che suo padre non c’è più, come continui a telefonare a sua madre per ottenere la carica prima dei vari incontri. Ovviamente il discorso volge rapidamente alla sua esperienza professionale alla Roma, a proposito della quale sembra essere entusiasta e per la quale rivela uno dei cardini del suo metodo:“un giocatore contento, è un giocatore più facile da allenare”. Intervista interessante dalla quale la persona viene fuori un po’ più che non il tecnico.
Le vecchie glorie televisive e il nuovo che avanza: Pippo Baudo e Chiara Francini
Dapprima viene intervistato solamente Pippo Baudo, che racconta frammenti della sua ben nota carriera, costellata di edizioni del Festival di Sanremo e di personaggi che ha scoperto lui stesso (questa sera ci ricorda di quando scoprì l’unico politico che non deve vergognarsi di aver fatto ridere il popolo: ovviamente stiamo parlando di Beppe Grillo). Molto più schietto e molto meno rigido di un tempo, non disdegna di ribadire un epiteto non troppo delicato che aveva già rivolto alla “Dama Bianca” Federica Gagliardi. E, a proposito di sincerità, non fa segreto del fatto che rifarebbe volentieri il Festival se glielo chiedessero. Baudo è stato protagonista anche di un simpatico siparietto quando, poco prima di abbandonare lo studio, viene presentato alla showgirl e attuale conduttrice di Colorado, Chiara Francini, e ne resta “folgorato”.
Da questo momento in poi il Pippo nazionale recita (o no?) la parte del giovane corteggiatore ammaliato dalla bellezza di una fanciulla incontrata per caso e cerca a tutti i costi di conquistare le sue grazie, decantandone le qualità esteriori. Molto divertente, anche se a tratti quasi imbarazzante, l’intervista alla Francini alla quale lo storico conduttore assiste sdraiato in posa scultorea, ai piedi del tavolo a cui siedono le due donne, impegnate nell’arduo compito di contenersi di fronte a tanta determinazione.
Interessante spunto di riflessione il commento finale che la Storia (impersonata da Baudo) fa riferendosi al classico (Daria Bignardi) e al moderno (Chiara Francini); citando testualmente:“Daria è bellissima, intelligente, professionale… Lei (riferendosi alla Francini) è “bona”!”.
Su queste parole arrivano i saluti della conduttrice di uno dei programmi di punta del palinsesto di La7.